Così come si era chiuso il precedente anno, anche il 2016 parte all'insegna della caduta dei prezzi agricoli. Secondo l'incide generale elaborato dall'Ismea, nel mese di gennaio i listini alla produzione hanno ceduto il 3,5% del loro valore rispetto a dicembre e, poco meno di otto punti percentuali, nel giro di un anno (gennaio 2015).
Venendo all'analisi dei comparti produttivi, sono state le produzioni vegetali a far registrare la contrazione più marcata sia su base annua (-12,1%) che sul mese precedente (-6,4%). Rispetto a dicembre, nel suo complesso, la zootecnia ha mostrato stabilità dei prezzi mentre, a livello tendenziale, l'aggregato ha perso il 2,4%.
Andamento dei prezzi alla produzione per principale categoria produttiva (Indice Ismea 2010=100)
Fonte: elaborazione Ufficio Studi Cia su dati Ismea
A livello di segmenti produttivi, la lettura degli Indici elaborati dall'Ismea ha messo in luce dinamiche tendenziali caratterizzate da una contrazione dei listini generalizzata. Ad eccezione infatti della voce bovini da macello che, a fronte di un indice medio di 113,2 punti ha visto i prezzi risalire del 2%, tutte le altre categorie hanno chiuso il mese di gennaio con il segno meno.
Nello specifico, le maggiori contrazioni si sono avute per l'olio d'oliva, l'ortofrutta e le produzioni cerealicole. I prezzi dell' "oro verde", che nel confronto tendenziale devono essere necessariamente valutati alla luce dei volumi produttivi della precedente campagna (tra i più bassi degli ultimi decenni), sono crollati nell'ultimo mese del 28%. Al secondo posto in termini di contrazione annua, i prodotti orticoli (-13%), seguiti dalla frutta Made in Italy i cui listini hanno subito una flessione del 13%, anche in seguito all'impatto sugli equilibri di mercato derivante dalla prolungata chiusura dello sbocco commerciale in Russia. A due cifre (-10%) la variazione tendenziale delle colture cerealicole. Nell'ambito dell'aggregato allevamenti, la peggiore performance si è verificata per i prezzi avicoli (-8%) mentre, l'inizio del 2016, ha visto i listini di suini e ovicaprini cedere entrambi il 5%. Infine, i prezzi del vino, la cui contrazione nel mese di gennaio si è attestata intorno ai tre punti percentuali.
Variazione tendenziale dei prezzi alla produzione dei principali prodotti agricoli (genn. 2016/ genn. 2015)
Fonte: elaborazione Ufficio Studi Cia su dati Ismea
Dopo la valutazione delle dinamiche degli indici Ismea, appare utile ai fini di un'analisi più esaustiva sull'andamento generale dei prezzi agricoli, soffermarsi anche sugli ultimi dati Istat dei prodotti acquistati dagli agricoltori. In quest'ottica, l'indice medio dell'Istituto nazionale di Statistica, ha chiuso il 2015 con una riduzione annua vicina ai tre punti percentuali. Ad incidere sul ribasso generale, come si evince dal grafico sotto riportato, sono state le contrazioni verificatesi per gli acquisti di energia e mangimi (-9%). Accanto a ciò, per tutti gli altri costi di produzione si è verificata una lieve risalita dei valori, la cui punta massima è stata quella delle spese per l'acquisto di sementi (cresciute in un anno del 4,8%). Tra gli altri aumenti, si segnala l'ascesa dei prezzi dei concimi (+3%), delle spese veterinarie (+1,3%) e di manutenzione (+1,2%).
Variazione % dei prezzi alla produzione dei principali prodotti acquistati dagli agricoltori (2015/2014)
Fonte: elaborazione Ufficio Studi Cia su dati Istat