Le esportazioni agroalimentari delle regioni italiane nel 2015
La scorsa settimana, l'Istat ha diffuso i dati sulle esportazioni delle regioni italiane nel 2015. A livello nazionale, se si guarda alle variazioni percentuali rispetto allo scorso anno, l'agricoltura italiana (insieme alla silvicoltura e alla pesca) è stata la seconda attività economica in termini di crescita (+11,3%), preceduta soltanto dalle vendite estere di mezzi di trasporto, al cui interno gli autoveicoli hanno fatto registrare un incremento del 30%. L'export alimentare, invece, a fronte di un incremento tendenziale del 6,5%, ha rappresentato la terza "potenza" manifatturiera Made in Italy.
Il contributo delle Regioni Italiane all'export agroalimentare (2015, valori medi%)
Fonte: Elaborazioni Ufficio Studi CIA su dati Istat
Se si analizza il contributo medio delle singole circoscrizioni territoriali rispetto alle esportazioni agroalimentari nazionali, l'area Nord-est del Paese ha confermato, anche nel 2015, la propria leadership con il 40,2%. Un primato realizzato grazie alla spinta del Veneto e dell'Emilia Romagna che hanno esportato lo scorso anno, ciascuna oltre il 16% dei prodotti alimentari e bevande e il 13,5% dei prodotti agricoli. Poco più di un quarto (25,4%) delle vendite estere agroalimentari, è stato spedito dai territori dell'Italia Nord-occidentale, al cui interno la Lombardia ha inciso per il 17,3% sull'alimentare e per il 6,3% sui prodotti dell'agricoltura. Il Piemonte ha invece venduto all'estero il 14,7% del food and beverage nazionale e il 6,5% dei prodotti dell'agricoltura e della pesca. Continuando, il Mezzogiorno ha esportato lo scorso anno il 22,5% dell'agroalimentare. Sul fronte agricolo, Puglia e Sicilia hanno totalizzato congiuntamente oltre il 20% delle vendite, mentre la Campania ha confermato la sua vocazione, produttiva e internazionale, verso i trasformati con una quota pari all'8% del totale. Infine il Centro Italia dove, a contribuire maggiormente al 12% dell'export agroalimentare italiano, sono state la Toscana, in particolare sul fronte dei prodotti alimentari con una quota del 7%, e il Lazio che ha esportato oltre il 4% delle produzioni agricole.
Export agroalimentare: variazioni tendenziali ( 2015, val %)
Fonte: Elaborazioni Ufficio Studi CIA su dati Istat
Passando all'analisi delle variazioni percentuali rispetto al 2014, il grafico sopra riportato evidenzia la forte spinta che ha caratterizzato le esportazioni agricole delle regioni meridionali, aumentate di oltre 15 punti negli ultimi dodici mesi. Di rilevo anche l'incremento dell'export alimentare (+8%) anche se, su questo fronte, sono state le aree del centro Italia a far segnare la crescita maggiore (circa 13 punti percentuali). Ai territori del centro, l'Istat ha assegnato anche il secondo posto sul podio delle esportazioni agricole (+12%) mentre, sul fronte delle vendite estere alimentari, sono state le regioni del Nord-est a far registrare la seconda migliore performances (+9%). Nel Nord-ovest, infine, si sono verificate le crescite minori (+5,3% prodotti agricoli, +1,6% alimentari).
Per quel che riguarda l'analisi dei dati relativi alle singole regioni, in un contesto nazionale di diffusa ripresa delle spedizioni made in Italy, appare utile ai fini dell'analisi soffermarsi brevemente sulle migliori e peggiori performances. In quest'ottica, le esportazioni agricole sono cresciute in valori percentuali ad un ritmo particolarmente sostenuto nelle Marche (+39% rispetto al 2014) e in Sardegna (+30%). In contrazione, invece, le esportazioni del Molise (-7.8%). Sul fronte alimentare, invece, Basilicata e Toscana sono state le realtà territoriali con la crescita percentuale più elevata, rispettivamente del 39% e del 19%. Battuta d'arresto, infine, per le vendite estere di cibi e bevande del Molise (-17%) e dell'Umbria (-1,3%).
I principali mercati di sbocco dell'export agroalimentare (2015; incidenza %)
Fonte: Elaborazioni Ufficio Studi CIA su dati Istat
L'analisi dei mercati di sbocco, mette in risalto la forte incidenza del mercato comunitario che ha rappresentato (riflettendo quanto accaduto a livello nazionale) la prima destinazione per tutte le circoscrizioni territoriali, con la punta massima fatta registrare nel Nord Est (70% del totale). Per quel che riguarda gli altri mercati, si deve constatare la propensione delle regioni centrali ad esportare verso l'America settentrionale (25% del totale territoriale, con una forte incidenza degli USA), mentre la vendita di prodotti agroalimentari in Asia è stata diffusa un po' ovunque, con la quota massima assegnata dall'Istat alle regioni del centro Italia (11%).
Variazione tendenziale annua del valore delle esportazioni agroalimentari sul mercato Russo (2015, var.% e assoluta)
Fonte: Elaborazioni Ufficio Studi CIA su dati Istat
L'istogramma sopra riportato, infine, fornisce una rappresentazione grafica delle perdite che, nel 2015, hanno caratterizzato le esportazioni agroalimentari verso la Russia. In seguito all'embargo alle importazioni agricole europee, le contrazioni percentuali più marcate si sono avute per le regioni nord-orientali che hanno visto dimezzarsi (-47%) il valore delle vendite verso Mosca (-100 milioni di euro in termini assoluti) e per il Mezzogiorno che ha ceduto il 43% (31 milioni di euro) della propria quota commerciale. Nelle altre realtà territoriali, la riduzione si è invece attestata tra il -35% del Centro Italia e il -30% del Nord ovest, con una perdita cumulata tra le due circoscrizioni che, in valore assoluto, ha sfiorato i 108 milioni di euro.