Nel mese di marzo, i prezzi alimentari mondiali hanno invertito la rotta dell'ultimo periodo ed hanno ripreso a salire. I 151 punti medi sui quali si è attestato l'indice generale della FAO, si sono tradotti in una crescita generale dell'1% rispetto a febbraio. L'aumento congiunturale non è stato tuttavia sufficiente per arrestare la contrazione tendenziale. Dal confronto con lo stesso periodo dello scorso anno (marzo 2015), i listini alimentari hanno perso circa il 12%. Ciò detto, la ripresa dell'ultimo mese si deve ascrivere principalmente al rimbalzo che ha caratterizzato il prezzo mondiale dello zucchero ed, in parte, all'incremento verificatosi nei valori degli oli vegetali. Tali crescite, hanno bilanciato i cali delle quotazioni delle altre produzioni, a partire da quelli che hanno caratterizzato l'andamento mensile dei prodotti lattiero-caseari.
Andamento dell'Indice mensile dei prezzi alimentari (2002-2004=100)
Fonte: Elaborazioni Ufficio Studi - Cia su dati FAO
Segue una breve analisi degli indici della FAO relativi ai singoli comparti produttivi:
- Lattiero-caseari. Netto calo nell'ultimo mese per tutti i prodotti, con l'indice FAO che ha perso l'8% e si è riportato su un livello minimo (130,3 punti) fatto registrare, l'ultima volta, nel giugno del 2009. Per effetto dell'aumento dei livelli di scorte mondiali, sono stati il burro e i formaggi le produzioni più colpite dalle contrazioni mentre, il calo dei prezzi del latte in polvere, è stato contenuto dalle vendite di prodotto (scremato) comunitario le quali, sotto la spinta degli interventi UE, hanno influenzato le quotazioni internazionali. Rispetto al 2015, tra quelle analizzate dalla FAO, le produzioni lattiero-casearie sono state le più colpite dal calo dei prezzi (-30%).
- Carni. Sostanziale tenuta dei prezzi della carne nel mese di marzo. Gli aiuti all'ammasso privato (suini) prorogati dall'Unione Europea, hanno consentito di smaltire gli esuberi di offerta e, di conseguenza, hanno contribuito alla tenuta dei prezzi generali del comparto sul mercato internazionale. Stabili anche i listini delle carni ovicaprine e del pollame così come quelli della carne bovina, rimasti pressoché invariati rispetto a febbraio all'interno di un mercato internazionale caratterizzato dal sostanziale equilibrio tra offerta e domanda. Se si guarda ai valori dell'ultimo anno, il comparto delle carni continua a perdere in termini di prezzo (-14%).
- Cereali. La media dell'indice nel mese di marzo, fissata dalla FAO a 146,7 punti, si è tradotta in una contrazione marginale dei prezzi cerealicoli mondiali rispetto a febbraio (-0,5%) mentre, su base annua, non è riuscita ad arrestare la fase di declino (-13%). Il calo, in seguito alla forte spinta concorrenziale sul mercato mondiale, ha riguardato in particolare i listini del frumento e del mais, quest'ultimi influenzati dalle favorevoli prospettive di produzione in Sud-America e dalla debolezza della domanda. Più stabili, invece, le quotazioni del riso.
- Olio. Rappresenta la prima delle due categorie produttive che hanno trainato la crescita generale dei prezzi mondiali nell'ultimo mese. In particolare, a fronte di una media dell'indice pari circa a 160 punti, i listini hanno aumentato il loro valore del 6,3% rispetto a febbraio (valore massimo negli ultimi quindici mesi) e del 5% su base annua. La risalita è stata spinta dalle quotazioni dell'olio di palma, in crescita per il secondo mese consecutivo dopo i timori di un contenimento della produzione mondiale per effetto della prolungata siccità in Malesia ed Indonesia. Hanno invece tenuto i prezzi dell'olio di soia mentre. sono diminuiti. (seppur lievemente) quelli degli altri prodotti (olio di girasole e di colza).
- Zucchero. I prezzi mondiali dello zucchero sono cresciuti nel mese di marzo del 17% raggiungendo, così, il livello più alto nell'ultimo anno e mezzo. Un incremento importante che ha assunto gli stessi livelli in chiave tendenziale (+17%) e che è stato frutto della crescita delle aspettative in termini di riduzione dell'offerta mondiale, dopo le forti piogge che hanno interessato il Paese leader (Brasile). Ad incidere sulla dinamica al rialzo delle quotazioni, anche la crescita della domanda di prodotto utilizzato per la produzione di etanolo Made in Brasile.
Fonte: Elaborazioni Ufficio Studi - Cia su dati FAO