FAO prezzi alimentari di luglio
Dopo un periodo durato cinque mesi, nel mese di luglio i prezzi alimentari mondiali hanno segnato, seppur lievemente, il passo. Con una media di 161,9 punti, l'indice generale della FAO si è ridotto dello 0.8% rispetto al mese di giugno e dell'1,4% su base annua. La contrazione dell'ultimo periodo, è da imputare principalmente al calo delle quotazioni mondiali cerealicole e olivicole che ha più che compensato la tenuta dei listini degli altri prodotti.
Andamento dell'Indice mensile dei prezzi alimentari e variazione tendenziale (2002-2004=100)
Fonte: Elaborazioni Ufficio Studi - Cia su dati FAO
A seguire, una breve analisi dei singoli comparti produttivi:
Cereali. I prezzi cerealicoli si sono ridotti nell'ultimo mese del 5,6% mentre, in ambito tendenziale, la contrazione è stata più sostenuta (-11%). Tale tendenza al ribasso, ha trovato giustificazione nei cali del mais, principalmente per ragioni legate alle condizioni metereologiche negli Stati Uniti, e del frumento che ha visto aumentare l'offerta mondiale e, al tempo stesso, è stato condizionato da prospettive di abbondanza per gli stock di esportazione nelle regioni del Mar Nero. Al contrario, le quotazioni del riso hanno ripreso a salire sotto la spinta della contrazione dell'offerta (soprattutto per la varietà Basmati).
Olio. Se rispetto al 2015 le quotazioni di olio vegetale sono aumentate del 7%, in chiave congiunturale l'indice FAQ ha fatto registrare una riduzione del 2,8% confermando il trend deflattivo iniziato tre mesi fa. Il calo mensile è da imputare principalmente ai listini dell'olio di palma condizionati, dal lato dell'offerta, dalla ripresa della produzione nel sud-est asiatico e, dal lato della domanda, da importazioni contenute. A contribuire al calo dell'indice, anche le quotazioni internazionali di soia, girasole e olio di colza.
Lattiero-caseari. In crescita nel mese di luglio (+3,2%) i listini dei prodotti lattiero-caseari. Un aumento generalizzato all'interno di tutti i segmenti produttivi che compongono l'indice della FAO, con il burro a farla da padrone. Rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, invece, i prezzi continuano a perdere il 5% tanto che, per rispondere alla debolezza della domanda mondiale (soprattutto per le polveri di latte), l'Unione Europea ha definito un "pacchetto di aiuti" per favorire una riduzione volontaria della produzione. Di pari passo, sul mercato dell'Oceania, la condizioni meteorologiche favorevoli all'inizio della campagna produttiva, hanno influito positivamente sulle prospettive di rendimento produttivo.
Carni. Con una media di 159,9 punti, l'indice della FAO ha fatto segnare un aumento dell'1,3% rispetto al suo valore di giugno (-7% rispetto al 2015). I prezzi dei vari prodotti si sono mantenuti su livelli stazionari durante il mese di luglio. Sul fronte dell'offerta, si segnala la disponibilità limitata sul mercato UE di suini da macello e da ingrasso. Di paro passo, la domanda internazionale è stata sostenuta dalla ripresa degli acquisti da parte della Cina e, a livello più generale, da importazioni in crescita sul fronte asiatico..
Zucchero. L'indice FAO dei prezzi dello zucchero è aumentato nel mese di luglio dell'1% mentre, su scala annua, l'incremento è stato di oltre il 50%. Le quotazioni sono state influenzate principalmente dal rafforzamento della valuta brasiliana nei confronti del dollaro americano che ha limitato le vendite estere brasiliane sul mercato mondiale. Inoltre, tale tendenza sul fronte valutario, ha finito con incentivare ulteriormente la trasformazione di canna da zucchero brasiliana in etanolo.