Fao prezzi alimentari di febbraio
04 Marzo 2016

Pur restando pressoché invariati rispetto al mese precedente, a febbraio i prezzi mondiali delle principali commodities alimentari hanno mostrato un calo annuo del 15%. In dettaglio, il food price index della FAO si è attestato su un valore medio di 150,2 punti, 25 in meno se raffrontato con il 2015. La sostanziale stabilità dei prezzi alimentari dell'ultimo mese, si deve, in particolare, all'aumento dei listini degli oli vegetali cresciuti dell'+8% e, in minima parte, all'incremento delle quotazioni all'origine delle carni (+1%). Due rialzi che, hanno più che compensato i cali dei prezzi degli altri prodotti.



Andamento dell'Indice mensile dei prezzi alimentari mondiali (2002-2004=100 e variazione tendenziale)





Fonte: Elaborazioni Ufficio Studi - Cia su dati FAO



Riguardo ai singoli comparti produttivi:




  • Olio. Rispetto ad un anno fa, i prezzi degli oli vegetali sono diminuiti del 4% mentre, nell'ultimo mese l'indice medio che misura la variazione dei prezzi dell'intero comparto, è cresciuto di oltre 11 punti (+8%). A livello dei vari segmenti produttivi, secondo la FAO, la ripresa generale di febbraio è stata guidata dall'ascesa dei listini dell'olio di palma (+13% su gennaio 2016) giustificata, da un lato dalle prospettive di ribasso della produzione nei prossimi mesi, dall'altro dalla riduzione delle scorte nei paesi del sud est asiatico. Stabili, invece, le quotazione dell'olio di soia.   

  • Carni. Pur continuando il processo di declino tendenziale dei prezzi medi (-16% annuo) nell'ultimo mese, a fronte di un indice di 148,2 punti, i listini delle carni hanno invertito (seppur lievemente) la rotta, con una crescita dell'1% rispetto ai valori di inizio anno. Se si guarda alle diverse categorie, rialzi si sono avuti per le carni bovine e suine. Nel primo caso, secondo la FAO, la crescita sarebbe imputabile alla contrazione dell'offerta verificatasi sia sul mercato australiano sia su quello statunitense. Riguardo ai suini, invece, è stato (così come accaduto a gennaio) il sostegno comunitario dell'ammasso privato ad influenzare positivamente i prezzi. Ulteriore calo, (quarto mese consecutivo), per le quotazioni delle carni ovine mentre, la discesa dei costi di produzione (prezzi dell'alimentazione), è stata la principale causa della battuta d'arresto che, nel mese di febbraio, ha caratterizzato i prezzi degli avicoli.

  • Cereali. A livello generale, i prezzi mondiali dei cerali hanno mostrato nell'ultimo mese un andamento stabile (-1%) mentre, su scala tendenziale, la contrazione è stata importante con una perdita percentuale di 14 punti. Le riduzioni maggiori si sono verificate nel segmento del grano con i listini che hanno ceduto in un mese l'1,5% del loro valore. Spinte da una buona domanda mondiale, le quotazioni del mais hanno invece registrato un calo congiunturale marginale mentre, quelle del riso, sono state più stabili.    

  • Lattiero-caseari. Tra quelle prese in esame dall'indice dei prezzi della FAO, è stata la categoria produttiva che ha fatto registrare il calo più sostenuto rispetto al 2015 (-22%) mentre, riferendosi alla variazione congiunturale, la contrazione ha superato il 2%. Il combinato disposto tra l'ampia disponibilità di offerta per l'esportazione e la domanda debole (soprattutto delle importazioni cinesi) ha influito negativamente sui prezzi mondiali delle principali produzioni lattiero-casearie.    

  • Zucchero. Dopo la riduzione verificatasi nel mese di gennaio, anche febbraio è stato caratterizzato da prezzi dello zucchero che hanno segnato il passo. Nel dettaglio, con una media dell'indice di 187,1 punti,  i listini hanno ceduto in un mese il 6% del loro valore (-10% su febbraio 2015). In quest'ottica, neanche le prospettive di riduzione della produzione mondiale sono state sufficienti ad invertire la dinamica al ribasso dei listini.



Variazione tendenziale dei prezzi delle principali commodities alimentari





 Fonte: Elaborazioni Ufficio Studi - Cia su dati FAO



 



 


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