CETA e agroalimentare
Premessa
I negoziati UE-Canada per la conclusione di un Accordo Economico e Commerciale Globale tra Unione Europea e Canada iniziarono nel 2009, per concludersi nel 2014.
L'Accordo venne firmato il 30 Ottobre 2016 mentre, Il Parlamento Europeo lo ha ratificato il 15 febbraio 2017.
Non è stata ancora completato il processo di ratifica del CETA da parte canadese. La legge di applicazione (Bill C-30) è stata portata alla Camera dei Comuni il 31 Ottobre 2016. Dopo la terza lettura alla Camera dei Comuni, la legge è stata portata al Senato Canadese il 14 febbraio 2017, dove è attualmente in fase di analisi.
L'Accordo CETA potrà essere applicato in via provvisoria dopo che entrambe le parti abbiano notificato il completamento del necessario iter interno di approvazione.
Il Parlamento prevede che si riuscirà ad arrivare alla chiusura di questa fase già nei primi giorni di Aprile 2017.
Conformemente alla prassi dell'UE, l'applicazione provvisoria è intesa a consentire un'opportuna applicazione del contenuto dell'accordo. In contemporanea all'adozione della decisione di firmare il CETA nell'ottobre 2016, il Consiglio dell'UE ha adottato un'altra decisione che ha stabilito quali disposizioni siano escluse dall'applicazione provvisoria.
Esse riguardano principalmente i seguenti settori:
- La protezione degli investimenti;
- L'accesso al mercato degli investimenti per quanto concerne gli investimenti di portafoglio;
- Il sistema giudiziario per la protezione degli investimenti.
Per quanto riguarda il commercio e lo sviluppo sostenibile, come pure il lavoro e l'ambiente, la decisione del Consiglio ha previsto una formulazione che consenta l'applicazione provvisoria di tali capi nel rispetto della distribuzione delle competenze tra l'Unione e gli Stati membri.
IL CETA è stato considerato un Accordo Misto, ovvero un Accordo che contiene normative legate a materie di esclusiva competenza europea (per le quali è sufficiente la ratifica da parte del consiglio e del parlamento Europeo) e tematiche di competenza nazionale degli Stati membri (per le quali è necessaria anche l'approvazione da parte dei parlamenti nazionali e regionali se previsto dalle normative interne, come nel caso del Belgio). Si attende quindi il pronunciamento dei parlamenti dei 28 Stati UE. Il CETA verrà pienamente attuato quando i parlamenti di tutti gli Stati membri dell'UE avranno approvato l'accordo conformemente ai rispettivi obblighi costituzionali nazionali. La mancata approvazione da parte di un paese membro potrà bloccare il processo di ratifica e di applicazione definitiva dell'Accordo. La Lettonia è stato il primo Paese europeo a ratificare l'Accordo CETA il 2 marzo 2017.
Dal punto di vista operativo, il CETA è un accordo multidisciplinare finalizzato, nei suoi intenti, a promuovere gli scambi ed a contribuire alla crescita economica ed occupazionale, attraverso un processo di liberalizzazione commerciale (riduzione o eliminazione dei dazi doganali; riduzione delle barriere non tariffarie tra l'UE e il Canada), l'apertura per i soggetti Ue (cittadini e imprese) delle gare d'appalto per fornitura di beni e servizi in misura superiore a tutti gli altri partner commerciali; per alcune professioni regolamentate (architetti, ingegneri, commercialisti) vengono eliminati i maggiori ostacoli al reciproco riconoscimento; il Canada, infine, accetterà l'adeguamento agli standard europei in tema di diritto d'autore e di tutela della proprietà intellettuale.
Le norme che riguardano l'agricoltura sono inserite prevalentemente nei capitoli: Trattamento nazionale ed accesso al mercato; Regole di origine; Sussidi; Misure sanitarie e Fitosanitarie.
Il quadro commerciale
Secondo gli ultimi dati dell'Istat, nei primi undici mesi dello scorso anno, la bilancia commerciale agroalimentare italiana nei confronti del Canada, ha mostrato un avanzo di 276 milioni di euro. La spinta delle esportazioni, che hanno superato i 705 milioni di euro e sono cresciute del 6%, unita alla forte contrazione delle importazioni (-15,6%), si è tradotta in un forte miglioramento del surplus commerciale (+77%).
Dal lato della componente agricola, nonostante la contrazione dell'ultimo anno (-16%), le importazioni, con un valore di 397 milioni di euro, continuano ad essere largamente superiori rispetto vendite estere Made in Italy, che sono valse appena 20 milioni di euro e che, in chiave tendenziale, si sono ridotte del 22%.
In tale contesto, il grado di copertura commerciale, misurato dal rapporto percentuale tra export ed import, si è posizionato sul 164% con un aumento, sul 2015, di ben 34 punti percentuali.
Italia-Canada: bilancia agroalimentare (gennaio-novembre: milioni di euro)
| 2015 | 2016 | Var.% | |
Importazioni (I) | 508,21 | 429 | -15,6% | |
di cui agricoltura | 472 | 397 | -16,0% | |
Esportazioni (E) | 663,9 | 705,2 | 6% | |
di cui agricoltura | 25 | 20 | -22% | |
Saldo (E-I) | 156 | 276 | 77% | |
Volume commerciale (E+I) | 1.172 | 1.134 |
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Grado copertura commerciale (E/I) (%) | 131% | 164% |
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Ufficio studi CIA-Agricoltori italiani su dati Istat
Il prodotto italiano più esportato in Canada è il vino con il 40% del totale. A seguire, l'olio d'oliva con il 14% e i prodotti da forno (8%). Per quel che riguarda le vendite estere agricole, a guidare la classifica è l'ortofrutta fresca Made in Italy con un peso sul totale agroalimentare del 2,6%.
"Top ten" prodotti Made in Italy esportati in Canada (genn-nov 2016; valore)
Ufficio studi CIA-Agricoltori italiani su dati Istat
Il prodotto canadese più importato in Italia è il grano (circa il 90% del totale). I prodotti alimentari, invece, rappresentano il 6% degli acquisti (in particolare i prodotti ittici lavorati e conservati).
Le principali implicazioni per l'agroalimentare
La tutela delle indicazioni geografiche
Nell'ambito del CETA, la tutela delle indicazioni geografiche contenuta all'interno della sezione C del capitolo 20, rappresenta uno degli ambiti più strategici per il settore agroalimentare. In tale contesto, il Canada ha accettato di tutelare 173 indicazioni geografiche (IG) prodotti alimentari e bevande tipici provenienti da determinate città o regioni dell'UE. Si tratta di prodotti importanti, soprattutto per la loro incidenza sulle esportazioni agroalimentari comunitarie.
Le indicazioni geografiche all'interno del CETA
Ufficio studi CIA-Agricoltori italiani su dati Istat
Su 173 indicazioni geografiche alle quali le autorità canadesi devono garantire un livello di tutela assimilabile a quello europeo, quelle di origine italiana sono 41.
La quota Made in Italy sul "paniere" riconosciuto all'interno del CETA è del 24%. Stessa incidenza percentuale per la Francia (secondo Paese UE per numero di riconoscimenti). Terza classificata, la Spagna con il 16% dei riconoscimenti inseriti all'interno dell'Accordo. Inoltre, le indicazioni geografiche italiane tutelate con il CETA, rappresentano il 14% dei riconoscimenti UE nazionali. Quelle Francesi, il 17%.
Secondo quanto previsto dall'Accordo, ciascuna parte, prevede "misure amministrative per impedire a una persona di fabbricare, preparare, imballare, etichettare, vendere, importare o pubblicizzare prodotti alimentari in modo falso, fuorviante o ingannevole o suscettibile di creare un'impressione erronea quanto alla loro origine".
Accanto a ciò, la protezione fornita dalle autorità non riguarderà solo la cessazione di pratiche scorrette da parte dei produttori canadesi ma si estenderà a controlli e sanzioni sui prodotti d'importazione Un esempio concreto riguarda il riconoscimento del marchio di origine del prosciutto crudo di Parma.
Si segnalano, inoltre, le "eccezioni" contenute nel paragrafo 21 del capitolo 20 che, per l'Italia, introducono deroghe per i formaggi DOP: Asiago, Fontina e Gorgonzola. In tale ambito, l'Accordo prevede che il Canada non sia obbligato ad impedire il loro utilizzo, qualora tali nomi (con un'indicazione chiaramente visibile e leggibile dell'origine geografica del prodotto in questione) siano affiancati da espressioni quali "genere", "tipo", "stile", "imitazione", o da espressioni simili e siano accompagnato da un'indicazione. Oltre a ciò, si prevede che le suddette indicazioni di origine possano essere utilizzate in Canada da parte di persone che ne abbiano fatto un uso commerciale prima del 18 ottobre 2013.
L'accesso al mercato
Uno dei principali risultati del CETA è la riduzione o soppressione di molti dazi doganali all'importazione. Il processo di liberalizzazione commerciale è però differenziato in base ai diversi settori produttivi.
Il Canada si è impegnato ad eliminare il 91,7% delle sue linee tariffarie agricole, l'UE si è impegnata ad eliminare al termine del processo di liberalizzazione (7 anni dalla data di entrata in vigore dell'accordo) il 93,8% delle linee tariffarie. Entrambe le parti hanno concordato che i prodotti sensibili verranno completamente sclusi dal taglio dei dazi o verranno concesse quote tariffarie.
Per il settore agricolo, l'Accordo prevede un diverso trattamento a seconda dei prodotti. Per gran parte dei prodotti il dazio zero partirà dalla data di entrata in vigore dell'Accordo, per altri è prevista una liberalizzazione progressiva lineare (riduzioni annuali uguali dai tre ai sette anni dall'entrata in vigore), per i prodotti sensibili, si prevede la totale esenzione dall'abbattimento tariffario e creazione di contingenti tariffari.
I prodotti agricoli subiranno un taglio tariffario differenziato, sulla base di quattro categorie merceologiche:
- Dazio zero immediato all'entrata in vigore dell'Accordo (categoria A)
- In 3 anni attraverso 4 tagli annuali dei dazi attualmente praticati (categoria B)
- In 5anni attraverso 6 tagli annuali dei dazi attualmente praticati (categoria C)
- In 7 anni attraverso 8 tagli annuali dei dazi attualmente praticati (categoria D)
Al contrario, per i beni industriali, ad esempio, il 99% delle line tariffarie verrà portato a dazio zero alla data dell'entrata in vigore dell'Accordo.
Molti dazi doganali su prodotti agricoli, prodotti alimentari trasformati e bevande scompariranno. L'Europa potrà esportare quasi il 92% dei prodotti agricoli e alimentari in Canada senza dazi.
I prodotti sensibili europei, sui quali l'UE ha concordato l'esenzione dalla liberalizzazione commerciale e solamente l'apertura di contingenti tariffari, sono: carni bovine e ovine, pollame, riso e zucchero.
L'accesso preferenziale al mercato agricolo sarà rispettivamente favorito dalla concessione delle Quote Tariffarie. Vi saranno dei contingenti limitati per alcuni prodotti sensibili quali le carni bovine, suine e il granturco dolce, per l'UE, e per i prodotti lattiero-caseari, per il Canada. Il CETA non aprirà il mercato del pollame e delle uova nell'UE o in Canada, e rispetterà il regime dei prezzi d'entrata dell'UE.
L'impatto atteso sui settori (alcuni esempi)
Cereali
Le regole comunitarie attualmente in vigore nel settore cerealicolo (Regolamento di esecuzione (UE) n.147/2014 della Commissione), stabiliscono che, a partire dal 16 febbraio del 2014, i dazi sulle importazioni delle categorie grano duro di bassa, media e alta qualità siano pari a zero. In quest'ottica, l'accordo commerciale con il Canada non impatta sul regime tariffario settoriale.
Durante i primi sette anni di applicazione dell'accordo, l'attuale contingente annuo previsto dal regime preferenziale comunitario (12 € per tonnellata) di 38.853 tonnellate di importazione di grano tenero (qualità medio/bassa), sarà sostituita da una quota esente da dazi pari a 100 mila tonnellate.
Per il mais, l'Unione Europea dovrà concedere un contingente tariffario esente da dazi che, gradualmente e nell'arco temporale di sei anni a partire dall'entrata in vigore dell'Accordo, raggiungerà 8.000 tonnellate annue.
Carni
L'Accordo, pur non intervenendo sul divieto d'importazione nel mercato comune di carni aventi traccia di OGM e ormoni, introduce importanti aumenti nei contingenti tariffari esenti da dazi.
- Per le carni bovine importate dal Canada, tra fresche e congelate, saranno esenti da dazio oltre 49 mila tonnellate, che si aggiungono alle attuali 4.160 tonnellate.
- Per le importazioni di carni suine, si introduce un contingente tariffario a dazio zero pari a 75 mila tonnellate annue, che si aggiungono alle attuali 5.550 tonnellate che già godono del trattamento preferenziale.
È doveroso precisare che, le nuove quote entreranno gradualmente in vigore nei primi cinque anni di applicazione, raggiungendo la loro totalità a partire dal sesto anno.
Lattiero-caseario
In seguito all'Accordo, il Canada ha concesso all'Unione Europea una quota di 18.500 tonnellate di formaggio esente da dazi all'importazione.
Altri trasformati
Il Canada ha concesso la riduzione ed eliminazione tariffaria su numerosi prodotti agroalimentari trasformati sui quali l'UE ha assunto una posizione commerciale offensiva, ovvero vini ed alcoolici, bibite, dolci e dolciumi, prodotti a base di cereali come pasta, e biscotti, preparati di frutta e verdura, ecc.