13 Marzo 2025 | None

X Conferenza economica Cia. La sintesi, tra temi e protagonisti

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Sotto la lente di istituzioni e relatori gli scenari geopolitici per l’Italia e l’Europa e la dimensione locale con il ruolo delle aree interne

Mappare i fatti “cari” all’agricoltura e scrivere una nuova pagina di priorità e proposte per il futuro del settore. Questo l’obiettivo della X Conferenza economica di Cia-Agricoltori Italiani che, il 12 e 13 marzo, ha riunito a Roma, all’Auditorium della Tecnica, delegazioni di agricoltori, istituzioni nazionali e Ue, rappresentanti di enti e organizzazioni, analisti ed esperti di rilievo internazionale.

Cia ha rinnovato così il suo impegno, ampio e corale, sui fronti più strategici, ma anche critici per l’agricoltura. In primo luogo, per un’Europa di pace, diritti e cibo sicuro, come sottolineato dal presidente nazionale di Cia, Cristiano Fini nella sua relazione. Sul tavolo, i punti cardinali di un percorso da mettere sempre più in chiaro, contro le guerre di occupazione e quelle commerciali, e su altri fronti, a tutela della coesione all’interno dell’Unione europea, guardando all’agricoltura come a un alleato fondamentale per la competitività e la sostenibilità globale.

Due gli asset sotto i riflettori, dalla sfida per una Pac davvero più equa, in aiuto solo dei veri agricoltori, iniziando a mettere un tetto ai contributi per le grandi aziende, allo sforzo diplomatico da fare subito per evitare i dazi Usa. A evidenziare l’entità del pericolo per l’export agroalimentare italiano, il report Nomisma per Cia, illustrato da Denis Pantini. Gli Stati Uniti sono il secondo mercato di riferimento mondiale per cibo e vino Made in Italy, valgono quasi il 12% di tutto l’export tricolore mettendo il Paese in testa alla classifica Ue. A rischio sicuro il pecorino romano, vini, prosecco e sidro. Sardegna e Toscana le regioni più vulnerabili.

“L’agroalimentare sta sostenendo l’export italiano. C’è voglia d’Italia, c’è voglia di cibo italiano -ha detto il presidente dell’Agenzia ICE, Matteo Zoppas-. È stata fatta una grandissima campagna per la cucina italiana con il Masaf e il ministero della Cultura, stiamo spalla a spalla con tutte le attività importanti”.

“Continuiamo a lavorare come sistema” la promessa e l’appello del ministro dell’Agricoltura e della Sovranità nazionale, Francesco Lollobrigida, che passando in rassegna tutte le sfide ancora aperte per il settore, dalla Pac alla gestione della fauna selvatica, ha ribadito l’impegno “nell’interesse degli agricoltori” anche rispetto ai dazi. Un sostegno che deve essere sempre più concreto e che è arrivato anche dai videomessaggi del vicepresidente esecutivo della Commissione Ue, Raffaele Fitto, e dalla ministra del Lavoro, Marina Calderone. “Gli agricoltori non sono il problema, ma la leva per la sostenibilità -ha detto Fitto-. Consapevoli delle sfide: oggi il 75% della popolazione europea vive nelle aree urbane, lasciando molte aree interne a rischio di spopolamento. Invertiamo la tendenza, la politica di coesione gioca in questo un ruolo cruciale”. Mentre da Calderone: “Abbiamo il dovere di difendere il nostro modello produttivo che è sano e fondato su imprese serie e lavoratori qualificati, capaci insieme di creare valore. Una stretta alleanza che sosteniamo rafforzando tutti gli strumenti a supporto. Mi riferisco alle nuove norme per il contrasto al lavoro irregolare e al caporalato, che vogliono premiare chi fa impresa nel rispetto della legalità”.

I margini del negoziato possibile con l’America di Trump sono stati poi tracciati in particolare nella sessione dei lavori dedicati a “Il futuro dell’Italia e dell’Europa di fronte ai nuovi scenari geopolitici”. L’incertezza italiana ed europea di fronte agli Stati Uniti il nocciolo del discorso del presidente del Comitato Scientifico ISPI, Paolo Magri: “Che l’età dell’oro per gli Usa, non corrisponda all’età del bronzo per noi -ha dichiarato-. Per affrontare i dazi, bisogna capire qual è il principio che li muove, quindi in che rapporto siamo con gli Stati Uniti. Anche l’Italia deve tenere una posizione”. Dove sta andando l’Europa rispetto ai dazi di Trump, ma anche per essere più solida e competitiva per le sue imprese, lo ha spiegato il direttore generale aggiunto DG Trade Commissione Ue, Leopoldo Rubinacci: “Un nuovo 2019 di contro-tariffe sembra essere sempre più vicino, ma il lavoro per un’intesa negoziale non è certo ancora chiuso”. Nel frattempo, c’è anche l’Europa della Vision per il futuro dell’agricoltura: “Ci siamo presi l’onere di portare investimenti sul programma del nuovo commissario Hansen, quanto promesso va attuato”.

Sulla manifestazione del 15 marzo a Roma, che Cia sostiene, è tornato anche il presidente del Movimento Europeo Italia, Pier Virgilio Dastoli: “Serve anche la mobilitazione popolare. L’Europa siamo noi. Bisogna poi superare il bipolarismo e all’Ue serve assicurarsi sempre più autonomia, a cominciare da una sua intelligence”. Dal consigliere per gli Affari agricoli dell’Ambasciata di Francia in Italia, Philippe Mèrillon, la nota sulle priorità per il settore agricolo Ue, dalla clausola di salvaguardia per tutti gli accordi commerciali allo spazio necessario per ricerca, innovazione e formazione. A fargli eco sulle battaglie agricole, l’Organizzazione mondiale degli agricoltori, rappresentata alla tavola rotonda dal segretario generale italiano WFO, Andrea Porro.

Dalla dimensione mondiale a quella locale. “Il ruolo delle aree interne” in Italia è stato il focus della seconda sessione dei lavori della X Conferenza economica di Cia. Aperta dalla lezione del professore di sociologia rurale dell’Università di Wageningen, JD Van Der Ploeg: “Quella che oggi è considerata un’area svantaggiata o marginale, domani può essere all’avanguardia -ha sottolineato-. Non dipende tanto dalla geografia, quanto dal modello di sviluppo agricolo. Se è dedicato, specifico, può fare la differenza”. Questo significa, però, garantire la “rivalorizzazione della funzione degli agricoltori” e il “rafforzamento della polivalenza”.

“Non si può rischiare l’abbandono dei territori interni -ha continuato il direttore Centro Agricoltura e Ambiente del CREA, Giuseppe Corti- anche per la tenuta idrogeologica del Paese. Se non vogliamo rendere l’Italia ancora più fragile, dobbiamo lavorare tutti insieme, costruire tavoli di concertazione con politici, amministratori locali, organizzazioni agricole e scienziati, per trovare soluzioni, bloccare il consumo di suolo, riportare i servizi e ammodernare le infrastrutture. Solo così possiamo aiutare gli agricoltori e le comunità a restare”. Un invito già raccolto da Vincenzo Smaldore della Fondazione Openpolis, da Claudia Giovannini dell’ANCI e dal presidente della Consulta Nazionale dei Distretti del Cibo, Angelo Barone, che ha aggiunto: “Occorre creare progetti e puntare sempre di più sui tre asset buon cibo, beni culturali e paesaggio”. E un altro aiuto, di tipo innovativo, alle aree interne può venire dal miglioramento genetico delle colture, per resistere meglio a malattie e cambiamenti climatici, come ha spiegato Gianfranco Diretto della Divisione Biotecnologie di ENEA.

Sostegni importanti in questa direzione sono arrivati anche dalle istituzioni. “Il Made in Italy nasce da ambienti agricoli sani -ha detto nel suo videomessaggio dedicato a Cia il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin-. Con il Pnrr, vogliamo portare avanti soluzioni energetiche che non contrastino ma valorizzino l’agricoltura nazionale, come l’Agrivoltaico, il biogas. I produttori devono essere sempre più protagonisti delle scelte energetiche, anche come deterrente allo spopolamento delle aree interne”. Da parte sua, la segretaria del Partito democratico, Elly Schlein ha affermato: “Siamo con voi nelle battaglie per un reddito più equo e una Pac più giusta, così come nella lotta al climate change. Vi dobbiamo ascoltare perché chi cura la terra sa dire come proteggerla. E poi lavoriamo insieme per trovare soluzioni politiche e legislative a favore delle aree interne”.