World Pizza Day: dal sapere antico e Made in Italy
Patrimonio Unesco dal 2017, viene festeggiata il 17 gennaio in onore di Sant’Antonio Abate
Una giornata che è un inno al sapere antico, alla cucina contadina e tradizionale. Ai piatti poveri, perché semplici e ricchi di genuinità che arriva dalla terra e che portano in tavola anche gli agricoltori, come gli Agrichef Cia. Di questo fa sintesi il 17 gennaio, data dedicata alla pizza nel mondo e scelta non a caso pensando anche al giorno storico di Sant’Antonio Abate, protettore del lavoro contadino e delle pratiche svolte con l’utilizzo del fuoco, quindi anche di fornai e pizzaioli che per far festa si riunivano intorno a un grande fuoco a fare, appunto, la pizza.
Dal 2017 l’UNESCO ha riconosciuto la pizza napoletana come patrimonio culturale dell’umanità, ricordando anche la comparsa per la prima volta della parola "pizzaiolo", anzi "pizzajolo", in un documento ufficiale del 12 agosto 1799.
Gli italiani ritengono, infatti, la pizza il simbolo culinario dell’Italia e parola tricolore più conosciuta all’estero con l’8%, seguita dal cappuccino (7%), dagli spaghetti (7%) e dall’espresso (6%). Comprensibile, dunque, che ad amare molto la ricorrenza del 17 gennaio siano per esempio gli americani che ne approfittano per organizzare centinaia di eventi. La pizza è poi molto apprezzata anche a Dubai, Hong Kong, Shangai, Regno Unito e anche in Francia, restia da tempo, ma poi conquistata.
Secondo ultimi dati rilevati dal Centro Studi Cna su dati di Infocamere e Infoimprese, la produzione giornaliera in tutto il Paese è di 8 milioni di pizze, 2 miliardi l'anno. 200 mila sono i pizzaioli e oltre 127 mila le imprese. “Voglio ringraziarli -è il commento del ministro delle politiche agricole alimentari, forestali e del turismo Gian Marco Centinaio- rendono onore nel Paese a questa eccellenza Made in Italy”.
Quanto al gusto, poi, 8 italiani su 10, preferiscono quella tradizionale con impasto a base di farina 00 e cottura nel forno a pietra. La napoletana la più ordinata, rigorosamente al tavolo, anche a casa secondo TheFork, visto che è il cibo più ordinato per la consegna a domicilio in Italia.
Fa bene e lo dicono gli ingredienti che devono essere, però, naturali e magari di filiera corta e cortissima. Il frumento apporta carboidrati, la mozzarella fornisce le proteine, l’olio d’oliva dà il giusto quantitativo di grassi mono e polinsaturi, mentre il pomodoro è un’ottima fonte di licopeni, carotenoidi dalle proprietà antiossidanti.