12 Ottobre 2004
Un significativo successo del 1° Meeting per l'agricoltura salernitana
Si è chiuso, domenica scorsa 10 ottobre, con l'intervento del presidente nazionale, Giuseppe Politi, il 1° Meeting per l'agricoltura salernitana promosso dalla Cia di Salerno. "L'agricoltura campana -ha detto- è un grande serbatoio di prodotti tipici e di qualità: sono tanti i prodotti della dieta mediterranea e del made in Italy che vengono da questa terra. Bisogna creare le migliori condizioni per promuoverli e farli competere sul mercato nazionale ed internazionale".
Sono stati diversi i temi affrontati durante la quattro-giorni del Meeting -organizzato in una area attrezzata alle porte di Salerno con stand eno-gastronomici a far da cornice- che hanno acceso i riflettori sulle diverse problematiche che oggi investono il settore agricolo. Si è iniziato giovedì 7 ottobre, con un convegno sul tema: "L'anziano nella società moderna: protagonista di un vivere sociale nuovo"; mentre venerdì 8 ottobre si è dibattuto su tema "Immigrazione tra flussi e sviluppo del territorio". Claudia Merlino, della Cia nazionale, nel suo intervento, ha rilevato che "l'agricoltura ha capito prima degli altri settori che queste persone vengono in Italia per lavorare e per vivere in maniera dignitosa. C'è bisogno che questa integrazione avvenga anche in altri settori per lo sviluppo complessivo di un territorio". Romolo Esposito, direttore provinciale Inac di Salerno, a sua volta, ha evidenziato che "gli immigrati sono chiamati ad inserirsi in modo appropriato, il rispetto per le culture d'origine non può prescindere dal rispetto per la cultura del nostro paese". Antonello Di Rosario, responsabile Progetto Consorzio Chirone, ha detto che tale consorzio è una iniziativa che prevede "di sensibilizzare i ragazzi figli degli immigrati direttamente a casa loro per cercare di programmare dei percorsi personalizzati: saranno circa 30 i ragazzi che parteciperanno ai corsi iniziali, e 18 quelli che proseguiranno con la formazione direttamente presso le aziende". Adriana Buffardi, assessore regionale Istruzione e Formazione, ha affermato che "gli immigrati sono persone, con un bagaglio di storie, di conoscenza e di legami. Noi non possiamo fare altro che rispettarli: cercando di essere più disponibili nell'accoglienza. Ci sono ancora muri di 'non conoscenza' che vanno abbattuti: bisogna imparare a conoscersi. Questo serve anche ai nostri ragazzi per allargare le loro menti e capire che ci sono anche altre culture ugualmente importanti". I lavori del convegno sono stati conclusi dal presidente nazionale dell'Inac Alberto Giombetti: "dobbiamo trattare il problema dell'immigrazione -ha sottolineato- come una priorità di giustizia sociale: lotta alla povertà, costruzione di scambi, occupazione garantita a coloro che voglio lavorare. Noi italiani siamo portatori di una cultura della tolleranza, che oggi purtroppo manca in Europa, che ci consente di dialogare con queste persone: da qui, da Salerno, lasciateci fare questo sogno europeo".
L'incontro di sabato 9 è stato invece incentrato sul tema dei "Distretti rurali, esperienze a confronto" ed è stato aperto con la relazione del vicepresidente regionale della Cia Campania, Giuseppe Corona. "Noi siamo -ha sostenuto- per una organizzazione vera, strutturale, che faccia incontrare la città con la campagna; siamo per la tradizione nell'innovazione. Chiediamo alla Conferenza Stato-Regione un impegno concreto su questi temi attraverso l'organizzazione di una Conferenza nazionale sullo sviluppo rurale. Non ragioniamo solo in termini di economia, ma per un modello di società".
Il programma ha visto, inoltre, numerosi e qualificati interventi. Il prof. Giuseppe Marotta, docente Scienze economiche ed aziendali dell'Università degli Studi del Sannio. "Stiamo realizzando -ha annunciato- una 'mappatura' dei sistemi locali regionali per classificare i distretti nel loro stato evolutivo, superare i limiti emersi e dare ai soggetti locali un supporto per scegliere con consapevolezza lo sviluppo coerente alle loro necessità. Bisogna necessariamente avere una visione più organica per le scelte più opportune: non tutti i territorio possono diventare distretti". La professoressa Marisa Paradisi, docente di Economia dei mercati agricoli dell'Università di Perugia, si è soffermata, a sua volta, sul passaggio 'da società rurale a società moderna': "dobbiamo prevedere, noi mondo universitario, nuovi modelli capaci di andare incontro alle nuove esigenze e ai nuovi bisogni delle società agricole, coinvolgendo -ha detto- tre soggetti: le Istituzioni, con le loro politiche, le organizzazioni, con i servizi innovativi che sempre di più hanno un ruolo strategico, e le imprese agricole, che devono non solo produrre ma produrre bene". Il consigliere regionale della Toscana, Ilio Paschi, ha affermato, nel suo intervento, che "il distretto rurale non è un nuovo ente: non cadiamo in questo errore. Nasce dall'incontro tra pubblico e privato, con il protagonismo di tutti, facendo interagire tutta la realtà locale. Bisogna puntare non solo alla qualità produttiva, ma al marchio territoriale". L'assessore all'Agricoltura della Provincia di Salerno, Corrado Martinangelo, ha rilevato che "Salerno si candida a diventare la città per il turismo rurale. Già da oggi assumiamo l'impegno a tenere il 2° meeting della Cia al centro della città di Salerno". Antonio Falessi, coordinatore delle politiche agricole della Regione Campania, ha sostenuto che "si è superato il rischio del disimpegno automatico, integrando tutte le misure del Feoga".
Ed infine le conclusioni di Aniello Troiano, presidente regionale della Cia Campania. "Dobbiamo porci il problema -ha affermato- di come gli imprenditori agricoli vivono ed insistono sui territori: c'è bisogno di reddito, c'è bisogno di produrre qualità, c'è bisogno di fare sistema. Solo così possiamo vincere la competizione internazionale. Tutti devono capire che dietro la mozzarella di bufala, dietro al caciocavallo, dietro al prosciutto, eccetera, non ci sono solo i cuochi ma imprenditori che li producono. L'ambiente salubre che noi manteniamo in queste aree rurali è gran parte frutto del lavoro dei nostri agricoltori; ed i prodotti di eccellenza che produciamo hanno bisogno di chi concretamente continua a lavorarci: che non può essere più la sola popolazione di anziani, ma viceversa deve vedere un grande avvento della gioventù che, con pari dignità, deve interessarsi di quello che rimane un fondamentale settore produttivo della nostra economia".
L'ultimo appuntamento in programma per domenica 10 è stato invece dedicato al tema: "L'Agricoltura salernitana per lo sviluppo e l'occupazione". I lavori sono stati introdotti dal presidente provinciale della Cia, nonché promotore del Meeting, Daniele Petrone: "Con questo Meeting abbiamo voluto accendere un riflettore sulle politiche agricole e consegnare alle Istituzioni e alla politica un messaggio nuovo e moderno: una agricoltura nuova e diversa, capace di dare reddito alle imprese e soprattutto coniugare gli interessi collettivi delle popolazioni".
È stata poi la volta del presidente della commissione Agricoltura della Regione Campania, Andrea De Simone. "Passi in avanti -ha detto- sicuramente se ne sono fatti, grazie al concorso dei tanti ma anche della Regione che ha svolto bene la sua parte: si veda, per esempio, l'utilizzo dei fondi strutturali laddove -rispetto a 10 anni fa- non solo spendiamo i soldi a nostra disposizione, ma oggi siamo nelle condizioni di partecipare alla premialità". Vincenzo Aita, già assessore regionale all'Agricoltura, ha sostenuto che "è finita l'epoca che si possa pensare di commercializzare quello che si vuole: i consumatori sono sempre più informati e cercano i prodotti sani e genuini. E noi, questa sfida, possiamo e dobbiamo vincerla".
Le conclusioni del meeting, come prima rilevato, sono state invece affidate al presidente nazionale della CiaGiuseppe Politi: "Il messaggio che come organizzazione vogliamo dare è che l'agricoltura può e deve avere ancora un ruolo importante all'interno dell'economia italiana: così come ha fatto nel passato. Il problema è che la qualità da sola non basta: ci deve essere una strategia che accompagna gli agricoltori, il saper fare degli agricoltori sul mercato, capace di produrre reddito. Noi chiediamo che per l'agricoltura si faccia -alla pari- quello che viene fatto per gli altri settori economici: né più e né meno. Chiediamo alle Istituzioni tutto ciò che serve per portare a prezzi competitivi i nostri prodotti sui mercati anche perché, il rischio, è che sempre più verremo invasi da prodotti che vengano dall'emisfero sud e sempre di meno i nostri agricoltori avranno opportunità di reddito. Noi su questo non ci stiamo. Lo scopo di questi incontri è appunto quello di mostrare la forza dell'agricoltura italiana".