19 Marzo 2005

Un nuovo patto con la società: così l'agricoltura lancia la sfida per lo sviluppo e la competitività

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Il presidente della Cia Giuseppe Politi spiega i motivi dell' alleanza città-campagna. "Apriremo le nostre aziende agricole per far toccare con mano i problemi dei produttori e far vedere quale contributo essi possono dare alla crescita del Paese".  "Dal governo vogliamo un cambiamento nelle scelte di politica economica e più attenzione verso il settore agricolo".


 


"Riteniamo restrittivo il rapporto agricoltore e consumatore e per questa ragione vogliamo inserire la nostra strategia dello sviluppo in un nuovo patto tra gli agricoltori e la società. Un patto che si sostanzia con la capacità dell'agricoltura produttiva di soddisfare la domanda alimentare, di offrire prospettive ai giovani imprenditori ed alle forze imprenditoriali femminili, di agire in un mercato concorrenziale secondo regole e norme legislative. Un patto con il quale porre la responsabilità etica e il riconoscimento del contributo di un'agricoltura, sempre più multifunzionale,  al benessere sociale nella sua accezione più ampia: qualità della vita, sicurezza alimentare, biodiversità, ambiente, paesaggio". Così il presidente della Cia-Confederazione italiana agricoltori Giuseppe Politi ha sintetizzato il significato della manifestazione "L'agricoltura è vita" che si svolge oggi e domani in tutta Italia e con la quale, appunto, è stato lanciato un nuovo patto con la società.


Dunque, una grande alleanza che -aggiunge Politi- "non rafforza solo il rapporto città-campagna, ma consente agli agricoltori di continuare a produrre qualità, alimenti, ricchezza, cultura e ambiente. Un patto che garantisca prezzi equi dei prodotti agro-alimentari, acceleri lo sviluppo, assicurando la competitività delle imprese agricole e tutelando i redditi dei produttori".


"Per tale motivo -rileva il presidente della Cia-  abbiamo voluto caratterizzare in maniera particolare le iniziative  e le manifestazioni di oggi e domani  che vedranno prima la campagna andare in città e poi la città trasferirsi in campagna. In tal modo oggi gli agricoltori  "invaderanno"  oltre 150 piazze italiane per aprire un dialogo con i cittadini-consumatori teso a far comprendere le difficoltà che incontrano quotidianamente nella gestione delle aziende. Un confronto costruttivo su questioni di grande attualità che interessano da vicino l'intera società italiana: prezzi, commercio estero, competitività, consumi agroalimentari, occupazione, lavoro".


"Domani domenica -sottolinea Politi- ci sarà uno scambio di ruoli. Centinaia di aziende agricole apriranno i battenti ai cittadini-consumatori per far constatare nel concreto l'attività nelle campagne e i problemi che ogni giorno incontrano gli agricoltori. Insomma, vogliamo simbolicamente portare le 'piazze' nelle nostre aziende".


"Non, quindi, una protesta fine a se stessa, ma la scelta di un modo nuovo di interpretare il cambiamento. Non -evidenzia il presidente della Cia- più un'agricoltura chiusa e stretta nel suo alveo. Al contrario, un'agricoltura aperta al confronto con la società, un'agricoltura che vuole essere protagonista attiva nell'economia, un'agricoltura forte e competitiva in grado di dare un contributo determinante allo sviluppo, come è avvenuto lo scorso anno quando il lavoro degli agricoltori ha permesso la crescita del Pil".


"Da qui -conclude Politi- le  nostre proposte e la nostra richiesta di un deciso mutamento nelle scelte di governo per l'economia e la società. Un cambiamento di cui l'agricoltura e l'azienda produttiva italiana hanno bisogno per vincere la sfida della competitività realizzando un nuovo patto tra gli agricoltori e la società".