12 Febbraio 2019 | None

Torna il segno più nei consumi di carne: +5% in 2018

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Osservatorio promosso da Agriumbria, +20% allevamento razze storiche

Nel 2018 si è registrata una storica inversione di tendenza con l’aumento di oltre il 5% della spesa delle famiglie italiane per la carne. Si tratta del valore più alto degli ultimi sei anni, in cui si era registrato un brusco calo dei consumi.

È quanto emerge dall’analisi dell’Osservatorio Permanente sul Consumo Carni (elaborato su dati Ismea) promosso da Agriumbria, la Fiera nazionale dell’agricoltura, della zootecnia e dell’alimentazione, e presentato presso Umbriafiere.

L’aumento dei consumi riguarda tutte le diverse tipologie di carne: da quella di pollame (+4%) a quella di maiale (+4%) fino a quella bovina (+5%) che segna il maggior incremento.

Il consumo medio annuo in Italia di carne è sceso ai livelli di 79 kg pro capite, tra i più bassi in Europa, ma il dato sensibile è che il 45% dei consumatori privilegia la carne proveniente da allevamenti italiani, il 29% sceglie carni locali, e il 20% quella con marchio Dop, Igp o con altre certificazioni di origine.

Vola, infatti, il consumo di carni Igp, con un balzo del 20% nel numero di animali di razze storiche italiane allevate negli ultimi vent’anni sulla base delle iscrizioni al libro genealogico. La domanda di qualità e di garanzia dell’origine ha portato a un vero boom nell’allevamento delle razze storiche italiane da carne che, dopo aver rischiato l’estinzione, sono tornate a ripopolare le campagne dagli Appennini alle Alpi.

In termini di diffusione: Razza Piemontese (oltre 315.000 capi), Razza Charolaise (oltre 15.000 capi), Razza Limousine (oltre 65.000 capi), Razza Podolica (oltre 35.000 capi), Razza Marchigiana (oltre 52.000 capi), Razza Chianina (oltre 46.000 capi), Razza Romagnola (oltre 12.000 capi), Razza Maremmana (11.000 capi).