23 Febbraio 2009

Taranto, Brindisi e Lecce: le organizzazioni agricole sui Distretti produttivi agroalimentari

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"Con la legge Regionale n° 23 del 2007 il governo regionale ha inteso rafforzare la competitività delle piccole e medie imprese mediante la valorizzazione di "Politiche di sviluppo locale"; infatti all'art. 1 la stessa Legge recita: "la Regione Puglia promuove, sostiene e favorisce le iniziative ed i programmi di sviluppo su base territoriale tesi a rafforzare la competitività … e la crescita delle imprese che operano nei settori dell'agricoltura, della pesca, ….. e dei servizi alle imprese".
Inizia così il documento che le sedi provinciali di Taranto, Brindisi e Lecce di Coldiretti, Cia e Confagricoltura e la sede regionale di Copagri, hanno inviato a Nicki Vendola (presidente della Regione Puglia), a Sandro Frisullo (assessore alle Attività Produttive della Regione Puglia) e a Enzo Russo (assessore alle Risorse Agroalimentari della Regione Puglia) a proposito dei Distretti agroalimentari.
Coldiretti, Cia, Confagricoltura e Copagri, di concerto con le altre forze sociali, economiche ed istituzionali, ritenendo fondamentale l'implementazione delle politiche distrettuali per le strategie di sviluppo del settore agricolo, che necessita, sempre di più, di un ripensamento delle politiche di incentivazione, svincolate rispetto agli automatismi della politica dei prezzi e orientate alla ricerca di nuovi strumenti di sinergia tecnologica, organizzativa e di mercato, il 28 febbraio 2008, come imponeva la Legge, hanno presentato, per l'area Jonico-Salentina, due proposte di riconoscimento di Distretti produttivi, uno Salentino (Distretto agroalimentare di qualità Jonico-Salentino-Pit 8) ed uno per la zona occidentale di Taranto (Distretto agroalimentare delle Colline Joniche Tarantine).
Queste progettualità, purtroppo, corrono il rischio di essere vanificate in quanto le scelte sembrano orientate ad imporre ai territori un unico Distretto Agroalimentare per tutta la Puglia.
Coldiretti, Cia, Confagricoltura e Copagri non comprendono come un assessore possa smentire i principi delle politiche distrettuali e, cosa ancora più assurda, della sua stessa legge. Infatti elemento fondante delle politiche distrettuali è quello di un'iniziativa auto-governata su base spontanea che identifica i sistemi produttivi locali come: Individuabili come contesti produttivi omogenei; caratterizzati da una identità storica e territoriale omogenea per integrazione fra attività agricole e altre attività locali che valgono a caratterizzare il territorio; riconoscibili per una produzione di beni o servizi di particolare specificità; coerenti con le tradizioni locali e le vocazioni naturali e territoriali.
L'orientamento del governo regionale è stato esplicitato in sede di incontro con alcuni dei promotori dei Distretti produttivi lo scorso 11 febbraio 2009 dove ai presenti è stato comunicato che i distretti ammissibili risultavano soltanto tre e che, comunque, era opportuno convenire sull'ipotesi di aggregare questi progetti in un unico Distretto agroalimentare per tutta la Regione Puglia annullando, senza entrare nel merito, le volontà manifestate dai territori, con gli altri progetti di riconoscimento di distretti.
In considerazione di ciò, Coldiretti, Cia, Confagricoltura e Copagri ritengono che queste scelte e questi orientamenti sono in assoluta contraddizione con le politiche di sviluppo per il settore agricolo ed agroalimentare e che evidenziano una scarsa capacità di lettura della crisi economica in atto; infatti mentre la crisi economica mondiale sta provocando il crollo, uno alla volta, dei miti della prima globalizzazione, ovvero: la grande dimensione come prerequisito per competere; la finanziarizzazione di ogni sistema come misura di modernità; l'omologazione come unico modello culturale ed economico vincente, e sta rafforzando il valore e la dimensione dell'identità come qualificazione positiva della persona e dei territori, il governo regionale, indirizza le politiche di sviluppo verso quelle filiere che non hanno avuto il coraggio di rigenerarsi e che vorrebbero l'agricoltura al loro servizio.
Pertanto, Coldiretti, Cia, Confagricoltura e Copagri invitano il presidente della Regione Puglia Nicki Vendola ed il suo governo a valutare l'opportunità di ripensare le procedure di individuazione dei distretti nel rispetto della volontà e dell'autodeterminazione dei territori, senza trascurare l'ipotesi di approvare definitivamente il Ddl, a suo tempo predisposto dall'assessore Russo, sulla istituzione dei Distretti rurali ed agroalimentari di qualità per creare un'adeguata cornice alla progettualità che potrà scaturire dalla programmazione 2007/20013 e per evitare che il settore, per le polemiche tra Assessorati, non potrà beneficiare di alcun finanziamento previsto dal Programma nazionale Fas per il settore agricolo, i cui bandi potrebbero essere emanati entro il prossimo giugno.
Coldiretti, Cia, Confagricoltura e Copagri chiedono una convocazione urgente alla Regione Puglia, nella volontà di chiarire in un apposito incontro le posizioni manifestate.