28 Febbraio 2023 | None

Spesa alimentare domestica a +6,4% nel 2022, pesa l’inflazione

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Uscito il report di Ismea. Aumenta lo scontrino e si riducono le quantità

Il 2022 chiude con un aumento record della spesa alimentare domestica, segnando +6,4% sul 2021, secondo solo al dato registrato nell’anno del lockdown causato dal Covid. Lo segnala l’Ismea nel report dedicato a “I consumi alimentari delle famiglie”, spiegando però che “l’incremento della spesa, inferiore al tasso di inflazione, riflette una diversa composizione del carrello e una riduzione delle quantità acquistate, in risposta alla perdita di potere d’acquisto” degli italiani.

A livello geografico, gli incrementi della spesa coinvolgono tutto il territorio nazionale, con un’intensità leggermente superiore al Nord-Est dove superano il 7,4%; segue il +6,7% dell’areale Sud, il +6,4% del Nord-Ovest e chiude il +5,2% del Centro.

DINAMICHE DI VENDITA DEI CANALI DISTRIBUTIVI

Il supermercato resta il canale predominante con il 40% di share e con una performance positiva che, rispetto al pre-Covid, gli fa guadagnare 2 punti percentuali. Il discount, con il 22% di share, guadagna 4 punti percentuali rispetto al 2019 con fatturati incrementati quasi del 25%. Parziale ritorno al punto di vendita fisico: -6% le famiglie che acquistano su canale digitale nel 2022, rispetto all’anno precedente.

LE FAMIGLIE CHE PIU’ SENTONO LA CRISI

Sono i single e le famiglie più giovani e con figli piccoli quelle che più di altre subiscono l’inflazione e contraggono la spesa per i consumi in casa (-6,7% vs 2019 e -3,6% vs 2021). Le famiglie con figli grandi sono meno sensibili alla crisi, mantengono il carrello quasi inalterato a fronte dell’incremento della spesa.

COME CAMBIA LO SCONTRINO ALIMENTARE

Si registra un aumento della spesa per tutti i comparti alimentari, ad eccezione di quelli del vino e dei prodotti ittici (-2% nel primo caso; -3,4% nel secondo, con variazioni negative soprattutto per il segmento del fresco che segna una flessione dei volumi fino al 13%).

Pane e pasta sono tra i prodotti che più evidenziano l’aumento di prezzo di questi mesi. Per la pasta, si tratta di un +25% del prezzo medio a fronte di un volume sostanzialmente stabile rispetto al 2021. Per il pane, l’aumento del prezzo del 12,9% si accompagna addirittura a un incremento dei volumi del 4%.

L’aumento della spesa del 9,9% per la carne e dell’8,6% per i prodotti lattiero-caseari riflette un pesante aumento dei prezzi delle categorie, cui fa riscontro una sostanziale contrazione dei volumi acquistati, più evidenti sulle bovine (-4,4%) con prezzi rivalutati del 9,7%, mentre sono in controtendenza gli acquisti di carni suine, per le quali i volumi sono cresciuti del 4% anche a fronte di un aumento dei prezzi (+7,1%). Volumi stabili e prezzi in rialzo del 18,3% per le avicole.

La spesa per il comparto ortofrutta cresce di oltre il 3%, con oscillazioni dei prezzi relazionate anche a fattori meteorologici e produttivi.

Quanto agli oli vegetali, evidente espansione della spesa (+16,7%) con il contributo eccezionale degli oli di semi (+34,1%); da evidenziare all’interno del comparto l’aumento della spesa per il burro di arachidi (+45,8%). L’olio extravergine di oliva registra +14% del prezzo e -6% dei volumi.

Infine, l’aumento della spesa risulta maggiore per i prodotti confezionati rispetto a quelli sfusi (+6,9% vs il +5,2%), per effetto dei rincari che hanno colpito anche i materiali di confezionamento e la logistica.