Sisma, Cia Marche: un bacino ad alta quota per far rinascere l’Alto Nera
La presentazione in Regione: “Orgogliosi del progetto”
Far rinascere il territorio dell’Alto Nera devastato dal terremoto. Con questo obiettivo la Cia Marche ha presentato un progetto di rilancio dell’area, che risponde a due precise finalità: acqua per gli allevamenti al pascolo in alta quota e l’ideazione di un bacino di raccolta in una zona dove le ripetute scosse sismiche hanno modificato l’assetto idrogeologico, togliendo risorse idriche a molte delle fonti montane.
Il progetto, supportato da Copagri Marche e dal Comune di Castelsantangelo sul Nera, è stato presentato in conferenza stampa ad Ancona, presso la sede della Regione, alla presenza tra gli altri del sindaco Mauro Falcucci e dell’assessore Angelo Sciapichetti.
“Siamo orgogliosi di poter presentare un piano che vuole risollevare una parte del nostro territorio martoriato da una serie di eventi sismici e metereologici che si sono abbattuti su di noi in modo davvero drammatico e inedito -ha spiegato la presidente di Cia Marche, Mirella Gattari-. Farlo oggi, dopo la nuova scossa di domenica notte, ci consente di portare un’ulteriore e necessaria boccata d’ossigeno alla speranza, alla tenacia di un popolo attaccato al territorio e alle proprie radici, elementi necessari per continuare ad avere una zona montana ancora viva”.
Il piano prevede la creazione di un bacino d'acqua con una portata da 20 mila metri cubi a 1.765 metri di quota proprio a Castelsantangelo sul Nera, in provincia di Macerata, duramente colpita dal terremoto. “Lo studio di fattibilità -ha detto l’architetto Andrea Prosperi, uno dei tecnici che vi ha lavorato con il geologo Pierpaolo Rinaldelli e il geometra Mauro Gagliardini- mostra che il progetto ha un impatto ambientale minimo, seguendo la morfologia naturale dell’area e sfruttando una fonte situata 30 metri al di sopra del bacino, con l’acqua che lo alimenterebbe in caduta”.
Una soluzione capace di restituire la funzionalità del pascolo al territorio, evitando gli enormi disagi che gli allevatori hanno patito durante l’estate: hanno infatti trasportato giornalmente acqua in quota per soddisfare le naturali necessità degli animali.
In più, la realizzazione dell'invaso può garantire un valido presidio antincendio, di cui il territorio è attualmente sprovvisto, oltre a potenziare gli impianti sciistici esistenti con innevamento artificiale con effetti positivi sull’afflusso turistico dei luoghi, linfa vitale per il territorio.