28 Aprile 2010
Siamo al fianco degli agricoltori francesi. Anche in Italia la situazione agricola è drammatica. Occorrono subito interventi concreti e un nuovo progetto di sviluppo
"I problemi che hanno portato ieri in piazza a Parigi migliaia di agricoltori francesi sono gli stessi che vive, in maniera drammatica, la nostra agricoltura, sempre più alle prese con insopportabili costi produttivi, contribuitivi e burocratici, con un crollo verticale dei prezzi sui campi e con redditi falcidiati. Esprimiamo, quindi, la nostra vicinanza e solidarietà ai colleghi transalpini e nello stesso tempo riaffermiamo l'esigenza di interventi a sostegno delle imprese agricole e una Politica comunitaria che realmente risponda alle esigenze dei produttori che in questi ultimi anni sono stati costretti a fronteggiare una vera e propria emergenza che oggi rischia di mettere fuori mercato migliaia di aziende in tutta Europa". E' quanto sostiene il presidente nazionale della Cia-Confederazione italiana agricoltori Giuseppe Politi preoccupato per la piega che sta prendendo lo scenario agricolo Ue dove ormai le ombre stanno sempre più oscurando le ormai poche luci.
"Gli agricoltori francesi -afferma Politi, che ricopre anche l'incarico di vicepresidente del Copa (il Comitato delle organizzazioni agricole europee)- hanno manifestato tutta la loro grande amarezza per una situazione che sta degenerando. Siamo all'allarme rosso e non solo in Francia. Tutta l'agricoltura europea è in pericolo. E con essa la stessa sopravvivenza degli imprenditori. E' necessario pensare ad una nuova Politica agricola comune (Pac) dopo il 2013. Ma già da ora è opportuno prendere le misure necessarie a sostegno dei redditi dei produttori. Per questa ragione abbiamo chiesto al governo italiano di avviare subito un confronto con le Regioni e tutte le componenti della filiera agroalimentare in modo da delineare una posizione comune e chiara sulla Pac in vista della Conferenza aperta a tutti gli attori del settore primario annunciata nelle scorse settimane dal commissario Ue all'Agricoltura Dacian Ciolos".
"D'altra parte, nel nostro Paese -rimarca il presidente della Cia- il quadro agricolo non si discosta di molto da quello degli stati Ue. Anzi, per alcuni versi è ancora più fosco. L'agricoltura italiana è in crisi profonda. Non c'è settore che non ne subisca i deleteri effetti. Dal latte all'ortofrutta, dai cereali al vino, dall'olio d'oliva alla zootecnia è tracollo".
"In più occasioni abbiamo lanciato l'appello al governo che non può continuare ad ignorare -avverte Politi- una realtà così drammatica. Basti pensare che negli ultimi dieci anni oltre 500 mila imprese agricole italiane sono state costrette a chiudere. Non solo. Dal 2000 al 2009 il valore aggiunto dell'agricoltura è sceso da 27 a 25 miliardi di euro (meno 7,4 per cento), mentre si sono persi oltre 19 mila kmq di terreni coltivabili, praticamente un territorio come l'intero Veneto".
"C'è da aggiungere, inoltre, che nell'ultimo decennio -sostiene ancora il presidente della Cia- abbiamo assistito ad aumenti dei costi produttivi che superano abbondantemente il 350 per cento, mentre quelli contributivi sono triplicati. Nello stesso periodo i prezzi hanno registrato un andamento altalenante che ha toccato il suo picco più basso nel 2009. Mentre i redditi degli agricoltori italiani sono crollati del 30 per cento".
"Oggi -sottolinea ancora il presidente della Cia- c'è bisogno di una svolta radicale, di interventi immediati e straordinari, di un nuovo progetto di sviluppo per un settore che per troppo tempo è stato dimenticato. Un progetto che deve nascere dalla Conferenza nazionale sull'agricoltura da effettuarsi necessariamente entro il 2010".