17 Gennaio 2019

Sant’Antonio, il miracolo della notte in cui gli animali parlano

#tradizione #agricoltori
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Oggi, 17 gennaio, si festeggia il santo protettore di animali e contadini

Oggi è da sempre la giornata più amata dai nostri amici a due o quattro zampe. Si festeggia Sant’Antonio Abate, il loro santo protettore. Il Santo era un eremita egiziano che abbandonò ogni cosa per vivere sulle rive del Mar Rosso. E’ considerato il fondatore del monachesimo cristiano e il primo degli abati.

Il culto antichissimo e diffuso in tutte le regioni italiane, era dapprima legato al maiale per via di un miracolo del Santo, divenuto nella cultura popolare un metodo per curare quello che sarebbe stato chiamato il “fuoco di Sant’Antonio": i frati applicavano infatti del lardo di maiale sulla pelle dei malati che ne traevano grande beneficio.

Il culto si è poi esteso a tutti gli altri animali domestici e no, e a Sant’Antonio Abate sono devoti anche tutti i contadini che lo venerano più di ogni altro. Anche oggi, di fronte ad una agricoltura tecnologica, non c’è stalla o casa colonica ove non si trovi appesa una sua immagine.

In diverse zone d’Italia, il 17 gennaio la Chiesa tradizionalmente benedice gli animali domestici e le stalle. In Campania durante la notte del 16 vengono accesi dei falò come auspicio per aprirsi all’anno nuovo. A Nusco lo chiamano "A vampa ‘e Sant’Antuono" perché secondo leggenda il Santo era sceso agli inferi per rubare il fuoco al Diavolo e di permettere agli uomini di riscaldarsi. Anche in Sardegna il santo è chiamato Sant’Antoni de su fogu, mentre in Abruzzo si preparano dei dolcetti tipici a forma di uccelli.

Un’antica tradizione ci ricorda che la notte del 16-17 gennaio è legata anche a una leggenda tramandata dalla tradizione culturale contadina: è la notte in cui tutti gli animali domestici hanno la possibilità di parlare. Curiosamente si dice che il miracolo sia di buon auspicio solo se non si ascolta quanto gli animali si dicono fra di loro. Non è lecito ascoltarli.