Reddito, sostenibilità e futuro al centro dell’Assemblea annuale di Cia Lombardia
Si è tenuta presso il Doria Grand Hotel di Milano l’Assemblea annuale di Cia Lombardia, alla quale erano presenti i presidenti provinciali, i direttori e i delegati delle associazioni.
Durante l’Assemblea sono state trattate le tematiche inerenti lo stato dell’agricoltura nazionale e più nello specifico lombarda, con il presidente Paolo Maccazzola che ha tenuto la relazione “Reddito, sostenibilità e futuro: difficoltà e opportunità per l’impresa agricola lombarda”, un momento di approfondimento a cui sono seguiti gli interventi di alcuni presenti.
Tra i temi toccati da Maccazzola, il crescente debito pubblico nazionale, che impatta sui consumatori ma specialmente sulle aziende, e che Cia, nella sua attività politica, deve tentare di mitigarne gli effetti sul settore agricolo. “I prossimi saranno periodi di grandi sacrifici e di obbligati investimenti per poter stare al passo con gli altri attori del settore -ha spiegato il presidente regionale-. Alcuni sostegni dal Governo arriveranno, ma anche l’Europa deve impegnarsi con le riforme, che sono imprescindibili da ogni iniziativa”.
La transizione ecologica, che obbliga gli agricoltori a grossi investimenti, è un peso che deve però garantire prospettive di reddito. Ancora Maccazzola: “Bisogna essere pronti al cambio di passo richiesto dall’Ue, il Pnrr va sfruttato meglio e con maggiore chiarezza, gli agricoltori sono custodi del territorio e dell’ambiente ma va permesso a loro di avere certezze sul reddito attraverso un migliore ridistribuzione lungo la filiera dei prezzi delle materie prime”.
Per ciò che riguarda la Pac, la nuova composizione del Parlamento europeo fa ben sperare circa una rivalutazione degli obblighi e delle strategie. “La Lombardia ha la fortuna di essere multiforme sotto l’aspetto agricolo: dalla risicoltura alla cerealicoltura, dalla zootecnia al florovivaismo, che in questo 2024 hanno garantito una resa tutto sommato positiva, i fondi della Pac devono però essere dati agli agricoltori e non ad imprese che di agricolo non hanno nulla -ha continuato il presidente di Cia Lombardia-. Ci sono settori in grande difficoltà, come la suinicoltura, che a causa della peste suina africana ha visto molte aziende vivere momenti drammatici. I ristori alle imprese sono doverosi, altrettanto però devono essere i fondi per garantire a queste aziende non solo il recupero dei mancati guadagni, bensì sostegni per garantire la continuità aziendale e coprire gli elevati costi di gestione che comunque sono stati sostenuti”.
L’aumento della fauna selvatica, connessa alla PSA, ma anche alle devastazioni dei campi agricoli, è un altro punto importante per ciò che riguarda la sopravvivenza delle imprese agricole: “Per la peste suina ci si è mossi tardi e male, è stato fatto troppo poco e ora ne paghiamo le conseguenze. Servono azioni concrete, comprendiamo e siamo i primi a volere la biodiversità, è giusto però che gli agricoltori vivano con serenità e portino avanti il loro lavoro senza vederlo minacciato da specie, come il lupo e l’orso, che sono un pericolo anche per l’uomo stesso -ha ribadito Maccazzola-. Nutrie, volatili, erbivori, sono solo esempi di specie che danneggiano i raccolti, anche gli ambientalisti capiscano che si può far convivere attività agricola e specie selvatiche solo se c’è controllo e gestione oculata e strategica”.
Sul tema del climate change e del consumo di suolo, il presidente degli agricoltori lombardi ha ricordato i dati forniti recentemente dall’Ispra, ovvero la perdita di 20 ettari di terreno agricolo ogni 24 ore in Italia: “Dati sconcertanti, il danno non è solo alle imprese agricole ma lo è per tutti: dai dissesti idrogeologici all’aumento di inquinamento, dall’aumento dei prezzi dei prodotti alimentari fino alla riduzione delle aree di equilibrio ecosistemico. Come Cia, stiamo per proporre al Governo una relazione per un decreto legge che spinga ad avere il consumo di suolo uguale a zero, e quindi di recupero delle aree dismesse e abbandonate”.
Infine un appello al mondo politico e accademico: “La ricerca sulla genetica, e le TEA, sono fondamentali per garantire sicurezza contro le patologie animali e vegetali. La svolta green passa anche attraverso le nuove tecnologie, così come il benessere animale. Servono fondi alla ricerca, è ora che la politica dia all’agricoltura l’importanza che merita e si investa in modo funzionale al futuro del settore -ha chiosato Maccazzola- per garantire la sopravvivenza del settore e il ricambio generazionale, utile all’economia dell’Italia e al benessere dei cittadini”.
Dopo Maccazzola è intervenuta la vicepresidente regionale, Lorena Miele, che ha spiegato l’importanza di una corretta valutazione delle responsabilità circa l’aumento, la diffusione e la riduzione dell’anidride carbonica. “L’Europa ci chiede investimenti altissimi per la riduzione delle emissioni di anidride carbonica per arrivare allo zero di produzione, nello stesso momento, nelle altre parti del mondo, non c’è diminuzione bensì aumento. Servono dialoghi e accordi internazionali, non solo proclami politici utili solo a ottenere i voti”.
Miele ha poi suggerito delle strategie per combattere il climate change: “Innanzitutto la creazione di invasi per salvare l’acqua e utilizzarla quando necessario, questo permetterebbe una migliore resa durante i periodi di siccità, a cui andrebbero uniti dei nuovi acquedotti per garantire anche nei territori particolarmente siccitosi il giusto approvvigionamento di acqua. Siamo poi totalmente contrari ai pannelli agrivoltaici, che non permetterebbero di utilizzare i terreni agricoli e sarebbero fonte di inquinamento nelle fasi di smaltimento, oltre a porre questioni morali circa lo sfruttamento delle persone nelle miniere di estrazione dei materiali per costruirli. L’energia nucleare sarebbe di grande utilità, con un impatto zero sull’ambiente e una resa enorme”.
La vicepresidente di Cia Lombardia si è quindi espressa sul tema del consumo di suolo: “Il problema della cementificazione riguarda anche il bosco che avanza, che, quando non è tenuto sotto controllo, non è più una risorsa perché impossibile da riconvertire ad area agricola. Serve il giusto equilibrio tra zona boschiva e area agricola, così come per la fauna selvatica: solo con strategie di contenimento e controllo si può garantire l’equilibrio ecosistemico”.
Sono poi intervenuti Francesco Ghezzi, presidente di Agia Lombardia, che ha ricordato quanto sia importante promuovere l’attività agricola verso i consumatori e di come le nuove generazioni siano pronte a investire il proprio futuro nell’agricoltura, ma con garanzie di reddito e di prospettive. Morena Torelli, presidente di Donne in Campo, ha ribadito un secco no all’agrivoltaico, e ha ricordato quanto gli agricoltori e le agricoltrici abbiano il dovere di “coltivare la pace”.
A seguire sono intervenuti il presidente di Cia Centro Lombardia, Amedeo Cattaneo, che ha evidenziato la necessità di politiche che garantiscano il giusto reddito agli agricoltori, e il direttore di Cia Alta Lombardia, Donato Campolieti, che ha ribadito come il consumo di suolo sia di fatto un “problema sociale e non solo agricolo. Senza suolo non c’è produzione di cibo, le speculazioni delle multinazionali sono un problema che va risolto”. Sono poi intervenuti Giovanni Premoli, Dario Olivero (“il Psr va rivisto e rimodulato: i servizi rurali basilari, come ospedali e trasporti, stanno diminuendo. Servono azioni concrete”), Piersilvano Borella, Franco Corniani, Sandro Passerini, Renata Lovati e Adonis Bettoni.
Nelle conclusioni, il presidente regionale Paolo Maccazzola ha ringraziato i presenti e ha garantito il pieno impegno dell’associazione nel portare a livello governativo le istanze degli agricoltori, ricordando i tanti passi avanti ottenuti da Cia nei tavoli ministeriali.
In ultimo la direttrice di Cia Lombardia, Paola Santeramo, ha fatto un appello: “Come organizzazione, è nostro dovere condividere idee, progetti e strategie, perché solo in questo modo saremo capaci di portare avanti la nostra attività e salvaguardare il mondo agricolo e l’ambiente”.