13 Maggio 2004

Piemonte: gravissima crisi per il settore del latte

Condividi



"Latte, è la più grave crisi che si possa ricordare da una generazione a questa parte" . Il grido di allarme è venuto recentemente da Pietro Depaoli, presidente dell'Associazione regionale produttori latte Piemonte. D'altra parte, confrontando il mese di marzo 2003 con il marzo 2004, la Cia del Piemonte evidenzia che il granoturco e l'orzo sono cresciuti di oltre il 40 per cento , il fieno del 70 per cento, la paglia e la soia di oltre il 50 per cento e le polpe di barbabietola di oltre il 33 per cento e si tratta di alimenti indispensabili per produrre il latte.
Agli aumenti dei costi di produzione del latte derivati dall'aumento dei mangimi, vanno aggiunti -rileva ancora la Cia regionale- quelli conseguenti agli interventi nelle aziende per poter rispettare le normative sulla sicurezza alimentare e sull'ambiente.
Gli aumenti dei costi di produzione non sono stati riconosciuti in alcun modo dagli acquirenti, che continuano a pagare il latte piemontese mediamente 31 centesimi il litro ed hanno dichiarato di non essere disposti a scucire un centesimo in più.
Il rinnovo del prezzo del latte alla stalla per la campagna in corso (iniziata il primo aprile scorso) è ancora-rileva la Cia del Piemonte- al di là da venire ed i produttori sono nella più totale incertezza.
In Piemonte si sta consumando lentamente, come le candele, la crisi di un settore che solo qualche anno fa era una delle punte di diamante del sistema agricolo regionale.
La crisi del prezzo del latte (diminuito nelle ultime tre campagne del 20 per cento) sta letteralmente mettendo in ginocchio le quasi 4.000 aziende piemontesi che -afferma la Cia piemontese- producono, ormai in perdita, circa 8.000.000 di quintali di latte, per un valore di mercato di circa 250 milioni di euro.
Sulla crisi -sostiene la Cia del Piemonte- pesa l'impossibilità di definire una strategia complessiva di filiera, in quanto la grande distribuzione organizzata, che decide i prezzi finali dei prodotti da cui dipendono tutti gli altri prezzi intermedi, si sottrae ad ogni confronto e le industrie del settore lattiero-caseario trovano più facile recuperare margini di guadagno pagando meno i produttori. La Regione intende ora costituire un "Osservatorio piemontese per il settore lattiero-caseario" ed in proposito la maggioranza ha presentato un disegno di legge che dovrebbe andare in discussione nei prossimi mesi.
La speranza -conclude la Cia regionale- è che tale Osservatorio non si limiti ad osservare, ma diventi lo strumento per la definizione di una politica che riesca a far uscire il settore dalla grave crisi in cui versa, altrimenti non rimane che prender atto di ciò che ha affermato l'Amministratore delegato della Centrale del Latte di Torino nel corso dell'ultimo tavolo verde e cioè che il settore lattiero-caseario piemontese è destinato ad una morte lenta per sfinimento.