17 Gennaio 2024

Peste suina: Cia Piemonte, primo caso ad Asti. A rischio suinicoltura regionale

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Il presidente Carenini: "Si allarga il contagio, chiediamo l'intervento dell'esercito"

"Il ritrovamento di un cinghiale affetto da Peste suina africana nel territorio di Mombaruzzo, primo caso in provincia di Asti, è un pessimo segnale di allarme per il comparto zootecnico. Vuol dire che le misure messe in campo dalle autorità competenti non sono bastate e ora l’allargamento della 'zona rossa' lambisce territori ad alta vocazione suinicola. Se la peste suina dovesse contagiare gli allevamenti suini dell’Astigiano e del Cuneese, i danni sarebbero enormi. Bisogna evitare a tutti i costi che venga messa a repentaglio una voce così importante dell’economia piemontese". Cosi il presidente di Cia Piemonte, Gabriele Carenini, esprimendo la massima preoccupazione dell’Organizzazione agricola per il dilagare della malattia.

"Già vent’anni fa -continua Carenini- dicevamo che la sottostima della fauna selvatica avrebbe danneggiato gravemente il comparto agricolo e l’allevamento. Oggi vediamo un immobilismo totale rispetto a quanto chiediamo da anni per l’eradicazione del problema -aggiunge Carenini-. Il grido di allarme degli agricoltori non può più cadere inascoltato, bisogna che le autorità competenti intervengano al più presto, senza più tentennamenti, abbattendo il maggior numero possibile di cinghiali. A questo punto ribadiamo che l’unica soluzione possibile è l’impiego dell’esercito e anche per questa ragione chiediamo un incontro urgente con il commissario straordinario alla Psa, Vincenzo Caputo".