Peste suina: Cia Padova, firmata l'intesa tra Regione e organizzazioni agricole
Accordo per azzerrare il rischio. Agli agricoltori interessati dai danneggiamenti dei cinghiali verranno forniti gli strumenti atti alla cattura
Un protocollo d’intesa per il “controllo e l’eradicazione della peste suina africana 2022-2027”, firmato fra la Regione Veneto e le organizzazioni agricole. “Gli ungulati, presenti in massa nell’area del Parco dei Colli Euganei, sono fra i principali vettori di tale pericolosa malattia -spiega Cia-Agricoltori Italiani Padova-. Qualche mese fa si è manifestata in maniera significativa in Piemonte e in Liguria. Non è trasmissibile all’uomo, ma per i suini domestici e selvatici risulta altamente contagiosa”. Motivo per cui “è emersa la necessità di adottare delle misure ad hoc, e urgenti, per raggiungere l’obiettivo di una totale eradicazione del virus nei cinghiali”, sottolinea il presidente di Cia Padova, Luca Trivellato. “Nonché alla prevenzione della diffusione negli allevamenti dei suini”.
Nello specifico, l’accordo prevede la messa a disposizione a favore degli agricoltori - previa circostanziata segnalazione alle organizzazioni agricole dei danneggiamenti subiti - di apposite gabbie, chiusini, gabbie esagonali in rete e recinti mobili, sempre in rete. L’accordo, inoltre, stabilisce che l’operatore abilitato (che è il responsabile alla detenzione e all’utilizzo della gabbia e del chiusino), o il proprietario del fondo, è tenuto al monitoraggio quotidiano degli strumenti di cattura forniti. Non solo. Deve comunicare alla polizia provinciale e alle sedi afferenti al Coordinamento Gestione Ittica e Faunistico Venatoria territorialmente competenti, entro 48 ore dall’abbattimento, il numero dei capi eventualmente controllati. Gli Ambiti territoriali di caccia provvedono, se necessario, a coadiuvare gli agricoltori nell’utilizzo della gabbia o del chiusino.
“Questo protocollo d’intesa -chiarisce lo stesso presidente- è stato fortemente voluto dal mondo agricolo e dalle amministrazioni locali, e dimostra che sempre di più gli agricoltori rappresentano un punto di riferimento nei piani di contenimento dei cinghiali, in stretta collaborazione con gli Ambiti territoriali di caccia”. Il documento, in altri termini, riconosce agli imprenditori agricoli uno strategico ruolo di presìdio, oltre che di sentinelle del territorio. “La rete che si è creata è un primo step che va nella direzione di una gestione complessiva degli ungulati presenti in massa tanto nella zona del Parco Colli, che nelle adiacenti aree di pianura”. Le catture verranno effettuate secondo i criteri della massima sicurezza e nel rispetto delle norme igienico-sanitarie che regolano la materia.
“Grazie al protocollo d’intesa, e alla sinergia fra le autorità competenti e le organizzazioni agricole -aggiunge Trivellato- avremo l’opportunità di compiere un passo in avanti rispetto al grande tema della gestione della fauna selvatica, che tanti danni continua a provocare”. Da diverso tempo ormai, Cia sostiene con forza la modifica della legge 157 del 1992 denominata Norme per la protezione della fauna selvatica. “Si tratta di una normativa superata; nell’attuale contesto serve andare al di là del principio della protezione per giungere a quello di una corretta gestione della fauna selvatica”.
“Pare ci sia un’apertura da parte del Governo -conclude il presidente di Cia Padova- continueremo a tenere alta l’attenzione sulla tematica in tutte le sedi opportune”.