19 Ottobre 2010
Pastori: pieno sostegno alla protesta unitaria. Subito interventi contro la crisi. La Cia mobilitata per una grande manifestazione in Sardegna
"La drammatica situazione in cui versa l'agricoltura sarda, e soprattutto il settore ovicaprino ormai sull'orlo del tracollo, è l'aspetto più emblematico della grave crisi che attanaglia le imprese agricole del nostro Paese. Un quadro estremamente complesso che richiede al più presto interventi mirati e politiche realmente incisive. Per questa ragione siamo al fianco degli agricoltori e degli allevatori sardi sempre più in affanno. Sosteniamo la protesta unitaria per la vertenza agricoltura (che comprende tutti i comparti compreso quello zootecnico) che le organizzazioni professionali agricole Cia, Coldiretti Confagricoltura e Copagri stanno portando avanti unitariamente in questi giorni. Nell'ambito della nostra mobilitazione, svilupperemo nelle prossime settimane in Sardegna una grande manifestazione a sostegno delle aziende alle prese con grandi problemi che, se non risolti, rischiano di provocare molte chiusure d'attività". E' quanto sostenuto dal presidente della Cia-Confederazione italiana agricoltori Giuseppe Politi in merito alla vibrante e giusta protesta che si sta levando con forte intensità nel mondo agricolo sardo.
"In Sardegna tutti i comparti agricoli -ha aggiunto Politi- sono alle prese con una crisi profonda. Allarmante è, comunque, il quadro dell'ovicarprino. I pastori vivono tra questioni complesse e problematiche incertezze. La loro è una giusta e legittima protesta che trova tutto il nostro sostegno e la nostra solidarietà. Il settore, è ciò si sta verificando anche in altre regioni, è paralizzato dalle difficoltà, da costi produttivi, contributivi e burocratici alle stelle e da un prezzo del latte alla stalla non più remunerativo. Bisogna, quindi, intervenire e al più presto".
"Governo e Regioni -ha rimarcato il presidente della Cia- ancora non hanno dato alcuna risposta alla nostra richiesta di dichiarazione di stato di crisi per il settore. Una decisione che darebbe una boccata d'ossigeno agli allevatori. I tempi, però, si allungano in maniera incredibile e il settore precipita ancora di più nel baratro.
"Nello stesso tempo -ha sottolineato il presidente della Cia- è indispensabile sbloccare il confronto interprofessionale (tra produttori e industriali trasformatori), ancora impantanato nelle polemiche e nelle contrapposizioni. Pertanto, in vista del tavolo di domani al ministero, non possiamo che auspicare una positiva ripresa del negoziato nella filiera per arrivare ad un soddisfacente accordo inteprofessionale che fissi un prezzo del latte veramente remunerativo".
Oltre all'immediata predisposizione degli atti necessari per la dichiarazione di crisi e alla definizione della vertenza ovicaprina a partire dal prezzo del latte; la Cia, preoccupata per il panorama difficile dell'intera agricoltura dell'Isola, chiede interventi e misure valide per il rilancio dei comparti: dallo zootecnico al cerealicolo, dall'ortofrutticolo al vitivinicolo, all'olivicolo. Interventi per raffreddare i costi di produzione con la reintroduzione del "bonus gasolio", il ripristino e la stabilizzazione degli sgravi contributivi nelle aree svantaggiate ed il riconoscimento dello svantaggio per l'intera Isola: ma servono anche provvedimenti che sblocchino il credito in agricoltura.
Alcuni dati evidenziano chiaramente la drammaticità dei problemi. In picchiata sono -ha rilevato la Cia- i prezzi pagati ai produttori (il latte ovino sotto i 60 centesimi, il grano a 13 euro/quintale), mentre aumentano i costi. E così il reddito degli agricoltori ha subito tra il 2009 ed il 2010 un decremento che sfiora il 30 per cento.