03 Marzo 2011

Olio deodorato: poca tutela per la qualità con la decisione comunitaria. Dalla Regione Liguria ci si attende una posizione più netta

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Si perde un'altra occasione per tutelare davvero la qualità dell'olio extravergine. Il Regolamento Ue 61/2011 introduce infatti un limite troppo elevato per una sostanza che segnala l'utilizzo di "oli deodorati" nelle miscele di olio.
Si tratta di sostanze naturali, non dannose, che però falsano la qualità del prodotto, infatti il "deodorato" si ottiene trattando a caldo (vapore) partite di olive di bassissima qualità "volatilizzando"così, le sostanze che determinano difetti nell'olio.
Con questa pratica -afferma una nota della Cia Liguria- si eliminano anche tutte le caratteristiche positive e benefiche del prodotto e si "legittima" la diluizione del prodotto di qualità.
Senza voler negare la positiva introduzione di un limite a tale pratica, da parte del regolamento , prima inesistente, va detto che nulla vietava di stabilirlo in quantità adeguata a restringere il campo di applicazione di queste pratiche.
Un buon olio extravergine, ottenuto secondo le normali pratiche di coltivazione e di estrazione contiene fra i 10 ed i 30 mg/kg, aver stabilito il limite a 150 mg/kg pare davvero esagerato.
In questo contesto diventa poco comprensibile le posizioni della Regione Liguria ed anche quella del Consorzio di Tutela della Dop -rese note dalle pagine de "Il Secolo XIX"- che minimizzano l'impatto della normativa e tendono a valorizzare l'introduzione di una soglia.
"Francamente da chi fa della qualità la caratterizzazione della politica regionale e della tutela la propria missione, ci saremmo attesi una posizione un poco più netta", ha sostenuto Ivano Moscamora, presidente regionale Cia Liguria.
"Diventa difficile far percepire al consumatore il perché un extravergine di qualità prodotto secondo le regole tradizionali debba costare 10-12 €/litro quando con la stessa definizione ne trova sui banchi della GdO a 3-4 €" -ha insistito Moscamora- questi prezzi sono frutto anche di queste pratiche, con il risultato che si disorientano i consumatori e si umiliano i produttori, per questo riteniamo la decisione Ue grave e dannosa per l' olivicoltura italiana e ancor di più per quella ligure. Ci auguriamo che anche le Istituzioni comprendano fino in fondo questa condizione e agiscano di conseguenza"