Maltempo: Cia Umbria, indennizzi ridicoli per risarcimento siccità 2017
Regione aiuti associazioni. Servono più garanzie e adeguato finanziamento del Fondo di Solidarietà Nazionale
Ieri la siccità, oggi le piogge abbondanti, ma per le aziende agricole il risultato non cambia: risarcimenti vergognosi che spingono a gettare la spugna e cambiare mestiere, piuttosto che a rimboccarsi le maniche e chiedere inutilmente lo stato di calamità naturale. E’ la dura constatazione di Cia-Agricoltori Italiani Umbria dopo aver preso visione degli indennizzi dati dalla Regione alle aziende agricole di tutte le associazioni di categoria, a seguito della lunga siccità verificatasi nella primavera del 2017.
Sono state circa 2500 le domande inoltrate e ammesse dagli imprenditori agricoli umbri che avevano subìto perdite di prodotto e reddito, e poco meno di 250 quelle respinte, per una spesa totale sostenuta di € 541.163,00, pari solamente all’1,5% dei danni conteggiati dalle aziende agricole, che ammontavano in totale a circa 35milioni di euro.
Una situazione grottesca e imbarazzante, se pensiamo che per inoltrare la domanda di risarcimento danni ogni azienda agricola spende €50 e in risposta riceve un indennizzo addirittura inferiore! Bastano pochi esempi: come un’azienda di Spoleto con un importo ammesso di €2.354 e un contributo concesso di €36,65. O ancora, l’azienda di Campello sul Clitunno con un importo danni accertato di €14.600 e un indennizzo ottenuto di appena €228. Anche dove i danni sono stati tali da raggiungere €116.218,64, un’azienda di Perugia nello specifico si è vista recapitare un ‘cadeaux’ di €1.809,55. Infine, c’è anche chi ha chiesto un rimborso minimo, come l’azienda di Bevagna, per €965 e ha ottenuto un risarcimento ‘tragicomico’ di €15,03, buoni per giocare qualche schedina al Superenalotto, magari vincere e cambiare mestiere.
“Se questo è l’andazzo, -afferma il presidente di Cia-Agricoltori Italiani Umbria Matteo Bartolini- ci chiediamo se vale davvero la pena affrontare gimkane burocratiche per richiedere lo stato di calamità naturale, attendere circa due anni per i risarcimenti e vedersi alla fine riconoscere cifre che hanno del carnevalesco e che fanno male, oltre che al bilancio aziendale, anche alla dignità dei nostri imprenditori agricoli. A conti fatti chiediamo -conclude Bartolini- che la Regione Umbria assieme alle associazioni reclami più garanzie dal Governo e un adeguato finanziamento del Fondo di Solidarietà Nazionale, anche a seguito dei danni causati dal maltempo negli ultimi mesi e per i quali è stato convocato di recente anche il Tavolo Verde regionale, prima di dichiarare lo stato di calamità naturale, presentare le domande delle aziende agricole, ed evitare a monte oltre al danno anche la beffa”.