23 Ottobre 2024 | None

Maltempo: Cia Imola, aziende allo stremo, ma non chiamatela più emergenza

#clima #agricoltura #maltempo
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Colpiti dalle piogge estreme le zone di Pianura, ma preoccupano anche le frane in collina. L’associazione chiede di segnalare i danni per avviare l’iter dei risarcimenti

“Smettiamola di chiamare emergenza climatica fenomeni che sono ormai diventati ordinari, una costante climatica. Forse ragionando in questa maniera, cambiando radicalmente punto di vista, si riuscirà finalmente a cambiare approccio e a ragionare in termini di piano strutturale di interventi e di opere”, commenta Luana Tampieri, presidente di Cia-Agricoltori Italiani Imola, dopo aver trascorso la giornata di ieri non solo a raccogliere segnalazioni delle aziende agricole, in particolare nelle zone di pianura attorno a Castel Guelfo, Giardino e Sasso Morelli dove il Sillaro è esondato in più punti, ma anche a guardare i suoi campi che si trovano proprio in quelle zone nuovamente allagati per la scarda manutenzione dei corsi d’acqua.

“Siamo consapevoli -continua Tampieri- che la nostra regione ha un alto rischio idrogeologico e che probabilmente nessun sistema idraulico riuscirebbe a reggere una tale quantità di pioggia caduta in poche ore, peraltro su terreni già intrisi d’acqua. Non è nostra intenzione puntare il dito su nessuno, ma la misura è davvero colma e non si può più pensare di aggiustare tutto con le manutenzioni ordinarie e straordinarie dei fiumi: serve un piano di opere e infrastrutture adeguate a questo clima, il clima della Pianura Padana, non solo e non più una serie di interventi straordinari. Qui di straordinario, ormai c’è solo la burocrazia che occorre per ottenere i risarcimenti, ricordo che stiamo ancora aspettando quelli del 2023, e la lentezza di intervento a tutti i livelli istituzionali.

Nelle scorse settimane l’associazione ha incontrato i candidati sindaci di entrambi gli schieramenti per portare all’attenzione proprio le esigenze infrastrutturali del territorio per superare i problemi idraulici, legati anche alla fragilità estrema di alcune zone collinari.

“Cia Imola sta dialogando con tutti i rappresentati istituzionali, indipendentemente dal colore politico e candidati o meno alle prossime amministrative, per capire innanzitutto quali sono le azioni immediate che si possono fare e chi deve farli perché non sempre è chiaro. Abbiamo sottolineato che servono anche più controlli sulle manutenzioni che sono di competenza dei privati Poi chiaramente, anche a livello nazionale, la nostra associazione sta lavorando per andare a intercettare i fondi che devono arrivare a livello nazionale ed europeo, perché è impensabile che l’Emilia-Romagna possa farcela da sola: “metterci una pezza” e neanche troppo resistente con le risorse regionali sarebbe impossibile per chiunque governi o si trovasse a governare tra un mese la nostra regione. Serve uno sforzo collettivo, a partire dalle aziende che devono continuare a segnalare i danni e far sentire la loro voce anche se sono deluse e arrabbiate, per passare dagli amministratori locali che devono poter gestire le pratiche per i risarcimenti fino a Bruxelles dove occorre andare a batter cassa per realizzare opere che mettano in sicurezza i territori, le persone e il lavoro dei nostri agricoltori”.