Maltempo: Cia Ferrara, danni a mais, pere e a edifici agricoli
Ancora una volta è il clima, ormai caratterizzato dall’alternanza di aventi estremi, il peggiore nemico dell’agricoltura. Il lunghissimo periodo siccitoso è finito e, ampiamente previsti, sono arrivati fenomeni altrettanto calamitosi: nubifragi, grandinate, forte vento e trombe d’aria dalla forza distruttiva enorme, hanno caratterizzato nei giorni scorsi tutto il ferrarese. Mercoledì 17 agosto le zone più colpite sono state quelle di Bondeno e Boara dove, oltre ai danni alle abitazioni civili e alla viabilità, si sono registrati problemi consistenti ed estesi alle colture ma anche oggi in altri areali, da San Bartolomeo in Bosco a Quartesana si sono verificati fenomeni altrettanto potenti e distruttivi. Cia-Agricoltori Italiani Ferrara è in contatto con le aziende e sta facendo una ricognizione dei danni subiti, in particolare a mais e colture frutticole e la situazione appare già allarmante.
“Mancavano davvero pochi giorni alla trebbiatura del mais, una delle poche colture ancora in piedi – spiega Stefano Calderoni, presidente di Cia – Agricoltori Italiani Ferrara - ma i nubifragi accompagnati da fortissime raffiche di vento che hanno raggiunto anche i 100 km/h che si sono abbattute in molte zone del territorio, hanno spezzato le piante e fatto cadere le pannocchie che a terra diventano impossibili da raccogliere con la mietitrebbia. Un danno “doppio” in questa annata siccitosa, perché gli agricoltori avevano investito risorse e tempo per l’irrigazione straordinaria, con l’obiettivo di mantenere le colture produttive. E i loro sforzi economici sono stati letteralmente spazzati via, così come la loro prospettiva di reddito. In queste ore ci sono stati segnalati problemi anche al girasole, al riso e ai frutteti dove le varietà di pere autunnali, in primis l’Abate, sono cadute dagli alberi per il forte vento, così come le mele. Non sono mancate le grandinate che sono arrivate improvvise e a macchia di leopardo e hanno danneggiato i frutti in piena maturazione. Anche in questo caso il danno è duplice perché la produzione pericola del territorio è già stata messa a dura prova dalla siccità che ha provocato stress idrico alle piante e problemi di accrescimento ai frutti che, in generale, non stanno raggiungendo calibri del tutto soddisfacenti per il mercato. Ai danni colturali si aggiungono quelli strutturali agli edifici ad uso agricolo, dai capannoni ai fienili, fino agli impianti fotovoltaici sui tetti e a terra. Difficile dire quale sarà l’ammontare del danno complessivo, che sarà la somma di quelli provocati dal clima ma anche dell’aumento generalizzato dei costi di produzione. In questa fase stiamo dicendo alle nostre aziende di chiamare in maniera tempestiva le proprie compagnie assicurative e di segnalare i danni alle colture e agli edifici dei fondi agricoli. Nel frattempo, stiamo raccogliendo i dati a livello regionale per capire se ci sono gli estremi per attivare le procedure di richiesta dello stato di calamità”.