31 Ottobre 2011
Maltempo, Cia di Massa Carrara: agricoltura in ginocchio dopo l'alluvione
In Alta Lunigiana si fa il conto dei danni all'agricoltura dopo l'alluvione del 25 ottobre. Non sono state solo le esondazioni del fiume Magra a causare danni e disagi al settore, ma anche le forti e intense piogge hanno generato problemi di instabilità dei suoli, con frane e smottamenti. Ad affermarlo è la Cia provinciale di Massa Carrara, a una settimana dal violento nubifragio che si è abbattuto in Liguria e in Toscana.
Tuttora alcune frazioni della provincia sono isolate o difficilmente raggiungibili a causa degli eventi franosi che si sono riversati sulle strade di accesso, mentre altre (come Mulazzo) sono state evacuate. Le infrastrutture locali, già fragili e spesso compromesse, hanno subito danni molto gravi.
Esclusa Aulla, dove le conseguenze dell'alluvione sono state le più pesanti, non si riscontrano gravi danni agli allevamenti, ad eccezione di alcuni episodi di allagamento delle stalle e un grave danneggiamento a un allevamento <a name=OLE_LINK2></a><a name=OLE_LINK1>elicicolo</a>. Più drammatica, invece, è la situazione per le viabilità poderali che, per materiali e conformazione, non hanno retto alla furia delle acque. Specialmente nei terreni lungo il fiume Magra, si sono verificate erosioni molto importanti con asportazione di grandi quantità di terreno coltivo (per altro il più fertile e produttivo per le nostre aziende agricole).
Sul fronte frane, le imprese hanno registrato innumerevoli episodi di non grossa entità, che interessano tutte le tipologie produttive (vigneti, oliveti, castagneti, pascoli e boschi), arrecando un danno diretto sui frutti pendenti e uno indiretto dovuto al ripristino delle reti idrauliche agrarie, che sarà molto difficile e onerosa, considerata la peculiare orografia e la giacitura del territorio. Spesso infatti queste reti sono state realizzate con il solo lavoro manuale, anche perché in molti casi (terrazzamenti, oliveti, ecc.) la meccanizzazione è impossibile. Ora la preoccupazione è che questi territori produttivi vengano abbandonati.
Importante e generalizzato è il danno economico al settore agrituristico, con molte disdette sulla totalità delle prenotazioni dovute alla comprensibile preoccupazione per la situazione generale della zona. In particolare, si stima che il danno medio per azienda non sia inferiore ai 2000/2500 euro per i mancati introiti, cifra notevole per una provincia che dell'agriturismo ha fatto una risorsa prioritaria per l'economia aziendale.