22 Ottobre 2021

Mais: Cia Padova, provincia sul podio nazionale per produzione

#cereali #produzione
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Nella sola provincia di Padova, soprattutto nella Bassa, viene coltivato il 5,78% di tutto il mais prodotto a livello nazionale (34.882 ettari, su un totale italiano di 602.900 ettari), per un fatturato annuo di 55.316.000 euro (ultimi dati Crea, Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria). Un risultato da primato, che rende questo particolare territorio il più vocato su scala nazionale insieme alle province di Cremona, Brescia e Mantova.

A motivo di criticità convergenti, fra le quali i mutamenti climatici, come puntualizza Cia-Agricoltori Italiani Padova, “tale coltivazione ha però sofferto di una perdita di competitività che ne ha ridotto la superficie coltivata” (nella sola provincia di Padova si è registrato un -50% negli ultimi vent’anni) e, di conseguenza, la produzione disponibile per le filiere nazionali, comprese quelle di eccellenza, tra cui le Dop e le Igp. Al fine di venire incontro agli imprenditori agricoli, nel marzo del 2020 gli attori dei diversi anelli della filiera maidicola hanno siglato un “accordo quadro triennale per il mais da granella italiano e certificato”. Grazie al protocollo, sono stati stipulati dei contratti di filiera per il mais nazionale destinato all’alimentazione animale attraverso uno specifico riconoscimento economico: 8 milioni di euro a livello nazionale, ovvero, in proporzione, 462.000 euro per la provincia di Padova.

“La dotazione messa a disposizione è stata completamente utilizzata”, sottolinea il direttore di Cia Padova, Maurizio Antonini. Ad oggi le risorse del Fondo ammontano a 6 milioni di euro in tutta Italia, cioè 346.000 euro per il padovano. Nei giorni scorsi Agrinsieme, il coordinamento che rappresenta le aziende e le cooperative di Cia, Confagricoltura, Copagri e Alleanza delle cooperative agroalimentari, ha dunque chiesto ufficialmente al Ministro delle Politiche Agricole, Stefano Patuanelli, “di consolidare l’intervento economico e favorire ulteriormente il ricorso ai contratti di filiera. A questo proposito è necessario e urgente aumentare la dotazione finanziaria per il 2021 e prevedere l’estensione della stessa pure per i prossimi anni”.

Nella zona a sud della Provincia i terreni sono particolarmente congeniali a questa coltura: vi sono grosse estensioni di appezzamenti, che peraltro vengono raggiunti da un’ampia rete consortile in grado di garantire un regolare approvvigionamento idrico.

“Fino a 20-30 anni questa coltivazione aveva una resa eccellente nel nostro territorio -aggiunge Cia Padova- C’erano più stalle, di conseguenza una maggiore richiesta del prodotto. Oltre che un andamento climatico decisamente favorevole”. Oggi il quadro è completamente cambiato, pure in una logica di rotazione dei terreni e delle colture stesse: resta comunque di fondamentale importanza per le filiere della zootecnia e dell’agroenergia.