Lutto in Cia per la morte di Massimo Bellotti, un pezzo di storia della Confederazione
Il presidente Fini: “Profondo cordoglio, lascia un’eredità indelebile”
Lutto in Cia per la scomparsa di Massimo Bellotti, un pezzo di storia dell’organizzazione, prima come dirigente e poi come vicepresidente nazionale e presidente aggiunto, negli anni del passaggio sostanziale da Confcoltivatori a Confederazione Italiana Agricoltori.
Originario di Bologna, amico e stretto collaboratore di Giuseppe Avolio, ottantacinque anni tutti dedicati alla salvaguardia del settore primario e alla tutela di imprese e agricoltori, anche con i successivi incarichi al Cnel e all’Ismea.
È anche grazie a Bellotti che, tra la fine degli anni Ottanta e l’inizio dei Novanta, Cia si consolida come seconda organizzazione professionale agricola in Italia e terza in Europa; è anche grazie a lui che si comincia a parlare per la prima volta di un “patto tra pari” fra agricoltura, industria e servizi “per il progresso”.
Per tutto questo, il presidente e il direttore nazionale di Cia, Cristiano Fini e Maurizio Scaccia, insieme a tutta l’organizzazione, esprimono il più profondo cordoglio e la vicinanza sincera alla sua famiglia, ricordando ancora una volta il valore di Massimo che lascia un’eredità indelebile nel cuore della Confederazione.