03 Dicembre 2024 | None

Lupo: Cia, voto Convenzione di Berna serve a riportare equilibrio nei territori

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Declassamento status importante per tutela agricoltura e aree interne

L’ok al passaggio dello status del lupo da “strettamente protetto” a “protetto” arrivato oggi dal Comitato permanente della Convenzione di Berna è chiaramente importante. Riconosce la proposta dell’Unione europea e apre la strada a una direttiva Habitat più equilibrata, rispondendo all’evidenza dei fatti: in Europa, negli ultimi dieci anni, il numero dei lupi è cresciuto dell’81% e l’Italia registra in media quasi 9 mila capi predati ogni anno. A dirlo il presidente nazionale di Cia-Agricoltori Italiani, Cristiano Fini, che ribadisce l’urgenza di bilanciare la salvaguardia della specie alla tutela delle aziende zootecniche, soprattutto nelle aree interne e montane del Paese.

Per Cia, dunque, il voto odierno  - che rappresenta anche il primo sì del Consiglio d’Europa a una minore protezione del lupo - conferma la validità del percorso di adeguamento intrapreso, considerato il notevole miglioramento dello stato di conservazione della specie, e soprattutto avvalorato da un’accurata raccolta dei dati sul territorio europeo e in Italia anche da parte della Confederazione.

“Il proliferare dei lupi ormai va solo gestito -aggiunge Fini- e la costruzione di un nuovo equilibrio uomo-natura è sempre più cruciale se consideriamo il ruolo strategico per la tenuta e lo sviluppo delle zone rurali, rappresentato dalla nostra zootecnia e delle comunità locali”.

“Auspichiamo, quindi, che non ci siano ripensamenti da parte di almeno 17 Paesi che hanno ratificato la Convenzione -conclude Fini- per consentirne l’entrata in vigore entro tre mesi, presumibilmente il 7 marzo 2025. Infine, è bene precisare che con il lupo specie “protetta” verrebbe chiesto agli Stati membri di continuare ad assicurarne la sopravvivenza, ma intervenendo per prevenire danni importanti a coltivazioni e allevamenti. Solo attraverso un approccio bilanciato, che coniughi la tutela della biodiversità con il sostegno alle comunità rurali, si può garantire la sopravvivenza di questi territori e il loro valore per le generazioni future”.

I DATI SUL LUPO IN EUROPA E IN ITALIA - Negli ultimi decenni la specie si è espansa naturalmente in gran parte d’Italia dove, complessivamente, si stima la presenza di circa 3600 lupi. La popolazione è cresciuta ovunque. In particolare, sulle Alpi si è registrato l’aumento più significativo e nelle aree interne del Paese si sono riscontrati i maggiori danni al bestiame, ma non solo. Le ultime stime ISPRA contano 17.989 eventi di predazione accertati, per una media di circa 3.597 eventi ogni anno. Sono stati registrati come predati un totale di 43.714 capi di bestiame, per una media di circa 8.742 capi ogni anno. Tra i capi predati, l’82% sono ovicaprini, pari a una media di 7.171 capi annui; il 14,2%, invece, sono bovini, pari a una media di 1.439 capi annui; il 3,2% dei capi indennizzati sono equini, per una media di 280 capi annui. La spesa a carico delle Regioni italiane per compensare i danni provocati dal lupo è di poco inferiore ai 2 milioni di euro all'anno, ma sono dati molto sottostimati perché non tutte le predazioni sono risarcite e non tutte le Regioni riescono a pagare i danni. Ammonta, invece, a circa 20 milioni di euro il risarcimento che l'Unione europea paga per le predazioni. Ma non è tutto, perché le stime dei danni sono in aumento: sono circa 65 mila gli animali allevati a livello Ue che subiscono predazioni, di questi il 76% sono capre e pecore, ma il fenomeno colpisce anche i bovini e, in alcuni casi, anche gli equini.