Lupo: Cia Toscana, a rischio non solo allevamenti ma anche agricoltori
Il commento del presidente Berni in seguito all'ultimo caso di aggressione ai danni di un allevatore
La gamba sinistra dilaniata dalla ferocia del lupo che lo ha attaccato all’interno del recinto della sua azienda agricola. E’ successo a Lastra a Signa (Firenze), ad un allevatore di cavalli, che, alle 22, è stato assalito ed aggredito dal lupo, riuscendo a salvarsi solo grazie all’intervento del proprio cane che era con lui. “Credo sia giunto il momento di prendere provvedimenti seri a riguardo dell'accaduto” scrive l’allevatore sulla propria pagina Facebook, mostrando un video e immagini della gamba aggredita dal lupo, ed una pozza di sangue a terra.
"I lupi non c’è più da contarli, ma da iniziare a contenerli. La situazione non è più sostenibile, sta peggiorando sempre di più -sottolinea Valentino Berni, presidente Cia Toscana-. Questo episodio è accaduto a Lastra a Signa, ovvero non in una zona di boschi e vegetazione, ormai i lupi, come Cia ripete da tempo, sono nelle aree urbane".
Negli ultimi anni, una serie infinita di attacchi agli allevamenti, ovini e bovini, ma sono stati anche azzannati ed uccisi cani da guardia, asini e cavalli: “Il problema è enorme -aggiunge Berni-, c’è preoccupazione da parte degli agricoltori non solo per la tutela dei propri animali, ma ormai anche per la propria incolumità. Nelle nostre campagne non siamo più sicuri, siamo ovunque in pericolo. Non è più solo un problema economico, ma anche un problema sociale. Quello che è successo all’allevatore, può accadere a chiunque, anche ad una persona che fa una camminata in campagna”.
"L’emergenza lupo non è più rimandabile -conclude Berni-, bisogna che la politica locale e nazionale ne prenda atto e passi dalle parole ai fatti, per un vero contenimento".
A fine settembre il via libera alla riunione del Coreper degli Stati membri Ue all’inserimento del lupo nell’allegato III della Convenzione di Berna. Questo per Cia Toscana è un primo passo per il cambio di status nella protezione della specie, che andrà a garantire una maggiore flessibilità nell’affrontare i casi più difficili di coesistenza tra i lupi e le comunità. “Auspichiamo che venga confermata con la direttiva habitat -afferma il presidente Cia Toscana-, è necessario che anche a livello italiano ci siano iniziative coerenti per superare questa criticità. Nel recente passato, purtroppo, c’è stata un’analoga iniziativa comunitaria che però non ha avuto conseguenze. A fronte di questa apertura, c’è la necessità che gli stati membri, Italia e la nostra Regione Toscana adottino politiche coerenti con gli indirizzi europei; politiche che in passato non ci sono state e che hanno portato ad un aumento del numero dei lupi con conseguente danni devastanti per i nostri allevatori” conclude il presidente Cia Toscana.