18 Dicembre 2024 | None

Lupi: Cia Marche, chi rischia davvero l’estinzione è l’allevatore

#animaliselvatici #agricoltori #allevamenti
Condividi

Chiesto un tavolo urgente con gli assessori all’Agricoltura e alla Sanità

È allarme animali selvatici nelle Marche. Gli ultimi attacchi di lupi contro alcuni allevamenti dell’Ascolano “ha confermato un’emergenza che Cia Marche denuncia da mesi -dichiara il presidente Alessandro Taddei- con tutto il rispetto che si deve alla fauna, qui il rischio vero è che saranno i nostri allevatori ad estinguersi, prima e più degli animali”.

Il settore sta subendo un vero attacco, da più fronti. “Da un lato le produzioni agricole, danneggiate costantemente dai cinghiali, dall’altro le greggi razziate dai lupi. C’è poi un terzo fronte, quello della burocrazia -prosegue Taddei- i piccoli allevatori, specie nelle zone interne, sono sottoposti a tantissimi controlli che in realtà si potrebbero semplificare, e che li mettono in difficoltà rispetto alle grandi aziende. Siamo arrivati al punto che gli allevatori rinunciano a far pascolare gli animali, perché è troppo pericoloso, senza dimenticare che i ristori previsti ad oggi coprono appena il 50% delle perdite reali dei capi abbattuti dai lupi”. 

Certo, sottolinea il presidente di Cia Marche, “la Regione ha lanciato un bando per finanziare le recinzioni, ma la beffa è che gli aiuti sono limitati a finanziare le strutture di riposo degli animali, non quelle per il pascolo, ma è lì che sta il pericolo”.

Il quadro è desolante: stretti nella morsa di bassi redditi, pericolo animali selvatici e burocrazia asfissiante, “a rischiare di sparire è l’allevatore, non il lupo -si sfoga Taddei-. Come Cia Marche chiediamo da tempo, ad esempio, più ristori per far fronte ai danni, facciamo pressione perché chi tra i nostri associati ha il porto d’armi possa abbattere i cinghiali nel proprio terreno. Abbiamo chiesto più volte alla Regione Marche di metterci intorno a un tavolo comune congiunto, non solo con l’assessorato alla Sanità, ma anche con l'assessorato all’Agricoltura, perché il problema va affrontato sia dal punto di vista della salute che da quello produttivo. Con Saltamartini ci siamo confrontati solo una volta, a primavera: gli abbiamo proposto una fattiva collaborazione, proponendo di condividere con gli uffici veterinari regionali i dati delle aziende che sono spesso già verificati e raccolti dai nostri uffici, per snellire e velocizzare i controlli dell’Asur. Ci eravamo dati appuntamento a dopo l’estate ma aspettiamo ancora, preoccupati ma fiduciosi, una seconda convocazione”.