20 Maggio 2005

L'ippica italiana in profonda crisi. Sempre più confusione nell'Unire. Serve un'effettiva governabilità del settore. Altrimenti è il tracollo

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All'Unire siamo ancora nella più completa confusione. Tra commissariamenti, dimissioni e difficoltà sempre più accentuate , la situazione è estremamente preoccupante. Il quarto commissariamento dell'Ente, nel giro di pochi anni, operato dal Ministro Alemanno è il segno di una incapacità di dare risposte adeguate alle esigenze del settore. Peraltro, tutto ciò è avvenuto senza il coinvolgimento delle organizzazioni agricole e del mondo allevatoriale. A rilevarlo è la Cia-Confederazione italiana agricoltori che suona il campanello d'allarme sottolineando che ancora una volta si manifesta la sottovalutazione dell'inderogabile necessità di assicurare la governabilità dell'ippica italiana, in una fase oggi di gravissima crisi che rischia di diventare irreversibile. Senza stabilità nel governo dell'ippica non si possono dare né obiettivi né programmi operativi di portata strategica, i soli in grado di arrestare il declino dell'ippica italiana.
Per la Cia sono rimaste senza sostanziale risposta le preoccupazioni degli allevatori dei cavalli da corsa espresse anche con la manifestazione del 15 marzo scorso davanti al ministero delle Politiche agricole e un silenzio davvero assordante accompagna il precipitare della situazione dell'allevamento del cavallo da sella italiano, crollato solo negli ultimi anni del 50 per cento nella produzione dei puledri selezionati.
La crisi del settore è di ampie proporzioni. Una crisi profonda che, secondo la Cia, richiede, accanto agli interventi finanziari immediati, una politica complessiva, lungimirante, con chiari obiettivi strategici, condivisa e partecipata, che investa l'intera filiera e che, in particolare, rilanci la centralità dell'allevamento e promuova la piena valorizzazione del suo legame con il mondo agricolo.
Questa politica -avverte la Cia- si può avviare solo se è garantita la governabilità dell'Unire e solo con un gruppo dirigente autorevole per la grande e comprovata qualificazione per le esperienze e le competenze maturate all'interno del settore. Soltanto con una chiara visione strategica e con una conseguente politica di ampio respiro sarà possibile uno sbocco positivo della crisi e il settore potrà effettivamente dispiegare tutte le sue potenzialità economiche ed occupazionali.
La crisi dell'ippica -conclude la Cia- è tutta e solo italiana: negli altri paesi europei l'allevamento dei cavalli rappresenta, infatti, una importante, florida e sempre più significativa fonte di reddito per le popolazioni agricole.