24 Novembre 2004
"Lingua blu": allevatori gravemente danneggiati da quattro anni di scelte nefaste del Governo. La Cia: tra confusione di competenze e vaccini killer, persi centinaia di milioni di euro e generata una crisi di mercato devastante
Blue tongue o lingua blu: ovvero una malattia che solo in Italia ha causato la morte di oltre 600 mila ovini, il divieto di movimentazione per circa 150 mila vitelli e costi di gestione lievitati proprio dal meccanismo che ha bloccato gli animali in stalla. Per non parlare delle ripercussioni sul mercato e commercializzazione, con prezzi all'origine per carni e latte "da fame" per gli allevatori, e campagne di vaccinazione che hanno prodotto, in alcune regioni, esiti disastrosi. Il prodotto non si vende. Il latte ovino, solo per fare un esempio, costava, prima dell'euro, 1700 lire al litro, oggi al produttore viene pagato meno di 60 centesimi di euro. "A distanza di oltre quattro anni dai primi casi di lingua blu comparsi negli allevamenti italiani abbiamo solo tre certezze: il settore e il reddito degli agricoltori sono in agonia; la vaccinazione decisa dal Ministero della Sanità è un fallimento in molte realtà d'Italia; la malattia non è stata debellata". Con questa frase il presidente della Cia-Confederazione italiana agricoltori del Lazio Salvadori e membro della presidenza nazionale dell'organizzazione agricola, descrive lo stato attuale dell'annosa questione "Lingua blu" e introduce i motivi che hanno spinto la Cia a promuovere un Convegno nazionale che si terrà il prossimo 2 dicembre a Cagliari.
"Negli ultimi tempi -spiega Salvadori- si parla poco di questo gravissimo problema che sta logorando un comparto di vitale importanza per l'economia del Paese, ma la soluzione è lontanissima dall'essere trovata. L'unico aspetto positivo anche se tardivo, è la presa di coscienza del governo sulla gravità della situazione che finalmente riconosce i pesanti danni determinati dalla vaccinazione anche se non dice chi li pagherà.Il primo dicembre dovrebbe partire la campagna di vaccinazione anche se è ormai riconosciuto, dati inequivocabili alla mano, la vaccinazione comporta gravi rischi e incide pesantemente sulla fertilità degli animali".
"Ora basta -dice il presidente- alle sperimentazioni fallimentari che pagano solo gli allevatori. Gli investimenti e la ricerca dovrebbero concentrasi maggiormente sulla prevenzione, sul vettore che genera la malattia e sulla possibilità d'impiego di vaccini spenti che diano la sicurezza di non provocare danni al bestiame. Sugli indennizzi il caos è totale e non si capisce come e se verranno risarciti gli allevatori che hanno subito danni prima del 2003".
"Negli ultimi dieci anni gli allevatori italiani hanno speso molto denaro per modernizzare le aziende -continua Alessandro Salvadori- e per arrivare a produrre su standard qualitativi di livello assoluto, e ora tra lingua blu, blocchi di movimentazioni e disfunzioni connesse sono costretti a vivere una crisi inaspettata e devastante".
"Si esce dalla crisi -conclude Salvadori- solo dando certezze agli allevatori. Occorre chiarezza da parte del governo sulla strategia complessiva che dovrà rilanciare il settore e eliminare la piaga della lingua blu. Gli allevatori dal canto loro, intendono perseguire l'obiettivo fissato molto tempo fa, ossia realizzare prodotti di sani e di straordinaria qualità".