Latte: Cia Piemonte, inaccettabili le riduzioni di prezzo
Il presidente Carenini: "I patti vanno rispettati nell'interesse di tutti"
"Diciamo chiaramente che qualsiasi proposta di riduzione del prezzo del latte è irricevibile. Gli accordi presi vanno rispettati, siamo passati dai 60 centesimi al litro di dicembre 2022 ai 57,5 centesimi per il semestre gennaio-giugno 2023. Gli industriali non possono tirare in ballo la quotazione di Lodi del latte spot a 48 centesimi solo quando fa comodo a loro, perché quando il latte spot a giugno dello scorso anno era a 60 centesimi, le parti agricole non hanno messo in discussione gli accordi presi a 48,5 centesimi. Nello stesso tempo, il prezzo del latte allo scaffale non è mai diminuito". Cosi il presidente regionale di Cia-Agricoltori italiani del Piemonte, Gabriele Carenini, in avvio della nuova campagna di conferimento del latte.
"Non è corretto nemmeno invocare un presunto crollo dei costi di produzione -osserva Carenini-, perché da marzo 2022 a marzo 2023 il prezzo dell’erba medica è passato da 230 a 345 euro a tonnellata e quello del fieno da 210 a 305 euro a tonnellata, mentre il mais viene tuttora pagato 310 euro a tonnellata e la soia 643 euro a tonnellata".
Carenini fa presente che anche il fattore siccità incide pesantemente sulla produzione: "Secondo le rilevazioni dell’Istituto europeo sul clima, il Piemonte è stata la regione che in Europa ha avuto meno pioggia nell’anno 2022 e nulla lascia sperare che il 2023 sia migliore. Le previsioni sulla produzione agraria sono disastrose e pensare di rivitalizzare le quotazioni attraverso una contrazione delle produzioni non sarebbe una buona idea neppure per l’industria di trasformazione, a meno che si voglia rinunciare al valore aggiunto della qualificazione 'munto in Piemonte' e importare il latte dall’estero".