06 Febbraio 2024 | None

La "sopa coada" vince la tappa in Veneto di Agrichef Festival

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All'istituto Pellegrino Artusi di Recoaro Terme l'appuntamento regionale porta sul podio il piatto degli agriturismi di Cia Treviso

Gli agriturismi di Cia-Agricoltori Italia Treviso hanno vinto il Festival Agrichef 2024, con la "Sopa coada e il piciotondo". I migliori "cuochi rurali” della Regione si sono sfidati stamane a suon di piatti della tradizione (e rivisitati) all’Istituto Alberghiero Pellegrino Artusi di Recoaro Terme. Gli allievi, insieme agli Agrichef, hanno preparato le pietanze, che sono state poi giudicate in diretta da una commissione di esperti: i giurati hanno degustato le ricette di una volta, accompagnate dai vini del territorio, compilando poi delle apposite schede. 

“Abbiamo sperimentato il felice connubio tra cibo e relazioni -ha sottolineato Massimo Chilese, dirigente dell’Istituto Alberghiero Pellegrino Artusi di Recoaro Terme- Lo stare a tavola, dunque, come un’occasione di convivialità e ascolto e dell’altro. In un mondo dove i rapporti umani sembrano essere solo virtuali, tale vicinanza serve a recuperare i veri valori”. Presente al Festival anche il Provveditore agli Studi di Vicenza, Nicoletta Morbioli: “Questa scuola ha dato i natali a degli studenti che sono diventati chef famosi a livello nazionale e internazionale. Grazie al Festival abbiamo riscoperto una nuova figura professionale: l’Agrichef, ovvero il cuoco e l’imprenditore agricolo insieme. Il quale è in grado di trasformare magistralmente i prodotti, nel rispetto della biodiversità".

 

Il sindaco di Recoaro, Armando Cunegato, ha auspicato che “una volta diplomati gli allievi del Pellegrino Arturi mettano in gioco i loro talenti direttamente nel territorio”; mentre il vicepresidente della Regione Veneto, Elisa De Berti, ha ricordato che “la buona cucina è un mezzo per arrivare all’arte, al paesaggio e, in ultima analisi, alle nostre aree rurali”. Un concetto ribadito dal presidente di Cia Veneto, Gianmichele Passarini: “Le Terre Alte sono uno scrigno dal quale ripartire. Una buona prassi che non può prescindere dall’agricoltura. Che, appunto, non è soltanto eccellenze, ma salvaguardia dell’ambiente e motivo di tenuta socioeconomica”. Secondo Turismo Verde Cia Veneto, inoltre, il valore del Festival Agrichef crea un’onda lunga che può davvero avere delle ripercussioni positive sul territorio stesso.

A seguito della pandemia, ha concluso il presidente di Turismo Verde Cia Veneto, Donata Cenedese, “sempre di più il grande pubblico chiede uno stretto contatto con la natura. Le famiglie sembrano aver riscoperto le nostre primizie. Dietro alle stesse esiste tutta una storia da raccontare. I clienti cercano emozioni e suggestioni”.

 

"Abbiamo da subito trovato degli studenti molto interessati e propositivi che si è trasformata in un’ottima collaborazione nello sviluppo del piatto e poi in cucina -spiega Serena Battiston, presidente di Turismo Verde Treviso e agrichef della brigata-. Noi agriturismi siamo custodi dei sapori della tradizione e garanzia di qualità dei prodotti che mettiamo nei piatti e provengono dai nostri campi e dai nostri allevamenti. Oggi però l’agriturismo ha anche una sfida importante: quella di saper proporsi con un linguaggio contemporaneo, rivolgendosi a più tipologie di persone e diverse generazioni. Il ‘Picciotondo’, da noi proposto, racconta proprio il dinamismo dei nostri agriturismi".

 

“Un plauso alla squadra degli agriturismi di Turismo Verde-Cia Treviso -sottolinea Salvatore Feletti, presidente Cia Treviso- per il trionfo a questa splendida iniziativa che ha il pregio di coniugare tradizione e innovazione, il tutto al fine di valorizzare le produzioni dei nostri territori e gli sforzi dei produttori Cia Treviso che spesso, anche con piccole attività, riescono a portare al consumatore finale valori e tradizione della realtà agricolo-gastronomica".

 

Presente pure il provveditore agli Studi di Vicenza, Nicoletta Morbioli: “Questa scuola ha dato i natali a degli studenti che sono diventati chef famosi a livello nazionale e internazionale. Grazie al Festival abbiamo riscoperto una nuova figura professionale: l’Agrichef, ovvero il cuoco e l’imprenditore agricolo insieme”. Il quale è in grado di trasformare magistralmente i prodotti, nel rispetto della biodiversità. “Si tratta pure di un insegnamento ai nostri ragazzi e ragazze -ha aggiunto Morbioli-. Serve una formazione continua, oltre che un costante investimento nell’innovazione”.