08 Febbraio 2005
La Cia di Cuneo a difesa degli affittuari delle Cascine del Mauriziano
Il 21 gennaio scorso è stato convertito in legge ( la n° 4/05) il Decreto n° 277 del 2004 recante "interventi straordinari per il riordino dell'Ente Ordine Mauriziano". E' stato approvata dai parlamentari della "Casa delle Libertà" con il voto contrario del centro-sinistra. L'immenso patrimonio fondiario consta, sul territorio regionale piemontese, di circa 5 mila ettari di terreno, quasi tutti condotti in affitto - da generazioni - da agricoltori della provincia di Cuneo, nelle zone di Saluzzo, Fossano e Savigliano.
La legge ha trasferito i cespiti immobiliari alla nuova "Fondazione Ordine Mauriziano", la cui gestione prevede l'alienazione dei beni appartenenti al patrimonio disponibile per il pagamento dei debiti accumulati dall'Ente.
La vendita delle numerose "cascine" preoccupa notevolmente la Cia di Cuneo, nella cui provincia si trovano quasi tutte ( un centinaio) ed essa si è fatta interprete presso il Parlamento, il Governo, gli enti e le istituzioni regionali e provinciali, della serissima preoccupazione degli agricoltori-affittuari.
La Cia di Cuneo ritiene insufficiente l'ordine del giorno approvato dal governo che, relativamente alla prospettiva di vendita degli immobili, si impegna genericamente ad "adottare provvedimenti affinché siano tutelati i diritti dei conduttori agricoli riconoscendo loro la priorità nell'accesso agli interventi per la formazione della proprietà contadina".
Detti diritti, infatti, sono normati per legge fin dal 1965 ("esercizio del diritto di prelazione e ricorso alla P.p.c.") ed è di nullo conforto la loro pleonastica riaffermazione nell'ordine del giorno in quanto risulteranno difficilmente esercitabili, stante il ricorso, pur se successivamente alla proposta agli affittuari, a gare d'asta per l'aggiudicazione, in una competizione con società private disponenti di ingenti capitali e motivate da interessi puramente speculativi.
La Cia, infatti, sulla base di esperienze già sperimentate in provincia, paventa molto un ennesimo sacrificio dell'occupazione stante il conseguente, inesorabile escomio- anche in tempi brevi- degli affittuari e delle loro famiglie.
Sono in gioco non uno ma centinaia di posti di lavoro considerato che si tratta di aziende di ampie dimensioni aziendali in cui molti familiari hanno compiuto la scelta della permanenza nel settore agricolo.
I loro giovani hanno deciso di investire la propria intelligenza e la propria capacità professionale in agricoltura ed è questo un motivo in più per la riconsiderazione della scelta della alienazione con asta.
Il rinnovamento della nostra agricoltura ed il suo sviluppo nella competizione si realizza in primo luogo con una maggior stabilità sulla terra e con la concreta prospettiva di poter disporre di tale bene o in proprietà o in affitto per un periodo di tempo in cui possano realizzarsi come imprenditori.
La Cia di Cuneo è conscia che gli affittuari potranno esercitare solo teoricamente il diritto di prelazione sull'intero fondo condotto in quanto non disporranno dei mezzi finanziari necessari.L'organizzazione agricola cuneese propone, invece, una soluzione che, tramite un contratto di affitto a lungo termine di durata, protegga professionalità ed imprenditoria di agricoltori su aziende, magari anche parzialmente riviste nella dimensione, evitando lo scatenarsi di speculazioni e vendite ad operatori esterni al mondo agricolo.
La Regione Piemonte si era, a suo tempo, impegnata ad agire presso il governo per un intervento straordinario dell'Ismea, l'ente che ha assorbito la Cassa per la formazione della proprietà contadina, con una specifica dotazione di risorse per sostenere l'acquisto delle aziende da parte degli affittuari…ma non ci risultano conseguenti atti concreti. La Cia di Cuneo chiede, di conseguenza, soluzioni ed interventi non demagogici in grado di fornire le necessarie, indispensabili garanzie agli "imprenditori" agricoli che su quei terreni hanno costruito la propria vita e che meritano di veder difeso il "posto di lavoro" loro e delle proprie famiglie.