25 Maggio 2005
La Cia della Sardegna denuncia la miopia politica verso i tanti problemi agricoli che attendono una risposta
"Chiudere i tanti problemi aperti, prima che a chiudere siano tante aziende agricole. L'agricoltura e la zootecnia della Sardegna hanno bisogno di certezze e tempi rapidi, non di inutili promesse". Con questa ferma presa di posizione la Confederazione italiana agricoltori sarda ha voluto sensibilizzare e sollecitare il presidente della Regione, Renato Soru, la Giunta regionale e l'assessore all'agricoltura, a porre fine alle lungaggini burocratiche e alle tante promesse disattese che hanno appesantito ed aggravato la crisi che da tempo attanaglia le campagne dell'isola.
Nelle campagne –si sostiene in una nota- la situazione è sempre più esplosiva: costi di produzione eccessivi e mancato reddito, gettano le aziende nel marasma e nella incapacità a far fronte agli innumerevoli problemi.
"I problemi –ribadisce ancora la nota della Cia- non si risolvono né con gli slogan , né con le buone intenzioni a cui non si dà corso con azioni credibili".
La Cia, dunque, elenca una serie di problemi irrisolti e lo fa approntando una dettagliata mappa che fotografa ed esamina, per singoli comparti, la gravità della situazione a partire dalla crisi del settore lattiero caseario; dai problemi che attengono ai debiti delle aziende agricole e al credito agrario; ai problemi dell'acqua, delle bollette e dei consorzi agrari; alla riforma degli enti agricoli; alla istruttoria delle pratiche e i rimborsi per calamità naturali; al piano di sanità animale e a quello per lo sviluppo più complessivo dell'agricoltura e della zootecnia dell'intera regione.
"Su quali prodotti -si interroga la Cia- e in che modo possiamo continuare a produrre e migliorarci? Quale destino si prospetta per le zone e i paesi dell'interno? Dobbiamo sapere quale sarà il nostro futuro ed in questo senso la politica di risanamento e dei tagli, che andava fatta, avrà un senso se riuscirà a tracciare e a delineare anche delle prospettive".