09 Marzo 2005
Interventi urgenti nel settore agroalimentare: la Cia mette in evidenza forti perplessità e sollecita opportune modifiche al decreto
La Cia-Confederazione italiana agricoltori ha partecipato oggi all'audizione alla commissione Agricoltura della Camera sul decreto relativo agli "Interventi urgenti nel settore agroalimentare". In merito al provvedimento, la Cia evidenzia alcune perplessità.
In particolare, la Cia rileva che il principio-guida dell'originario decreto sulle crisi di mercato non è stato riproposto. Manca, in sostanza, l'estensione della filosofia di intervento che normalmente viene seguita in occasione delle calamità atmosferiche anche nei casi acclarati di crisi gravi di mercato.
Secondo la Cia, non viene più esplicitato nel decreto quello che, invece, era in evidenza nel primo testo, ovvero il "concetto" di crisi grave di mercato (nel senso di parametri precisi quantitativi che permettano di identificare in modo oggettivo l'esistenza di tale crisi). Oltre alla mancanza di chiarezza che ciò comporta in termini generali, si configura, nello specifico, anche il rischio che il commissario ad acta incaricato, possa operare tali interventi in modo discrezionale ed arbitrario, senza alcun vincolo di rispetto di precisi parametri, condizioni e caratteristiche di dette crisi.
Inoltre, per la Cia, non risultata chiara, oltre che insufficiente, la destinazione delle somme previste per gli interventi.
Secondo la Cia, andrebbe recuperata, la parte, contemplata dal precedente decreto, relativa alla possibilità di sospendere gli oneri previdenziali e tributari a carico delle aziende colpite dalla crisi, in riferimento anche a quei produttori che hanno già sofferto del crollo dei redditi nello scorso anno.
La Cia, quindi, invita il Parlamento a recuperare lo spirito originario della normativa anti-crisi, che pure necessitava di miglioramenti sostanziali, verificando che nel frattempo vengano assicurati i necessari collegamenti tra tali disposizioni nazionali e gli orientamenti comunitari in materia.
In merito alle norme per la gestione "quote latte", la Cia ritiene grave la non abrogazione del comma 551 contenuto nella legge finanziaria per il 2005. Norma che, in pratica, permette agli allevatori di ricorrere contro le multe anche ai giudici di pace e non solo ai Tribunali amministrativi e che, quindi, rischia di innescare nuovamente i contenziosi.
Per quanto riguarda la proposta di emendamento formulata della conferenza stato regioni, che prevede uno slittamento del periodo transitorio previsto prima dall'entrata a pieno regime del versamento mensile delle trattenute, la Cia si dichiara disponibile ad esaminare le ipotesi concrete in materia a condizione che esse non stravolgano le regole di normalizzazione del sistema "quote latte" previste dalla legge 119/2003.