Inaugurata la nuova sede di Cia Est Lombardia: opererà nelle province di Brescia, Cremona e Mantova
E' stata inaugurata il 2 marzo a Cremona la nuova sede di Cia Est Lombardia. La costituzione di Cia Est, che opererà nel territorio delle province di Brescia, Cremona e Mantova, rientra nell'ambito del progetto di riorganizzazione complessiva della presenza della Confederazione in Lombardia.
Il sodalizio, che ha nominato nelle scorse settimane presidente Luigi Panarelli, raggruppa le preesistenti realtà territoriali di Mantova, Brescia e Cremona e unisce oltre 10 mila persone a libro soci e ben 3 mila aziende.
"La costituzione di Cia Est Lombardia è una scelta fatta con pragmatismo e responsabilità per dare più futuro alle nostre aziende e alle nostre famiglie -ha dichiarato Panarelli-. L'allargamento territoriale non indebolirà la politica sindacale; se sul territorio ci sono soci e funzionari che si impegnano nessuna distanza diventa una barriera. Il nostro impegno sarà quello di farci ascoltare in un territorio che rappresenta il primo sistema agroalimentare italiano".
Panarelli ha poi ricordato le problematiche che attendono la nuova aggregazione, dalla crisi della zootecnia al prezzo del latte, passando per il mercato delle carni, i nitrati e il prezzo del formaggio, senza dimenticare la burocrazia e la pressione fiscale: "Da un lato occorrono riforme strutturali -ha spiegato- che sono necessarie per un sistema agricolo e agroalimentare incapace di dare stabilità alle aziende e dall'altro occorre un'applicazione della Pac che miri alla competitività delle imprese".
Per fare questo, ha concluso Panarelli, "occorre muoversi da subito, e non da settembre, augurandosi anche che la vetrina di Expo sia produttiva per il nostro territorio, anche se faremo in modo che gli interessi delle multinazionali non vadano ad appropriarsi dell'immagine pulita e vitale dell'agricoltura per i loro interessi".
Anche il presidente regionale di Cia Lombardia, Giovanni Daghetta, ha evidenziato la situazione di criticità che affligge il mondo agricolo. "In questo momento di grave crisi le nostre aziende sopportano un carico fiscale e burocratico insostenibile -ha affermato-. L'agricoltura non può essere usata come Bancomat, abbiamo bisogno di maggior sostegno istituzionale. L'agroalimentare è una significativa forza economica che può trainare la ripresa e l''attuale rapporto di cambio dollaro/euro può costituire un'arma in più per l'export agroalimentare. É tuttavia necessario che venga attuata una efficace politica estera in ambito comunitario".
Presente all'inaugurazione anche l'assessore regionale all'agricoltura Gianni Fava, che si è soffermato sulle problematiche relative all'approvazione da parte di Bruxelles del Psr 2014-2020. "Il nostro Piano di sviluppo rurale è pronto dal 5 dicembre 2014, siamo stati l'unica Regione che ha rispettato le scadenze -ha dichiarato-. La nostra speranza è di poter attivare le misure quanto prima, tuttavia la Commissione europea ha fatto sapere che fino a metà maggio non ci saranno altre approvazioni di Psr, il rischio è quello di aspettare fino all'estate se i tempi di approvazione del Psr fossero quelli previsti -ha aggiunto l'assessore Fava-. E' realistico pensare che si sia perso il 2015 , ha concluso l'assessore, la nostra idea è quindi di far uscire bandi e, quando arriverà il via libera definitivo da Bruxelles, saranno assegnabili da subito".