28 Marzo 2023 | News

Inac-Cia: nel 2022 oltre 10.000 agricoltori con patologie da lavoro nei campi

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Seminario nazionale del Patronato per fare un focus sulla situazione delle malattie professionali tra gli addetti del settore primario

Nel 2022 le denunce di malattie professionali in agricoltura sono cresciute del 9,5%, riguardando 10.041 soggetti, contro i 9.167 dell’anno precedente. Questo dato ci restituisce una fotografia che stona con l’immaginario collettivo, che vede l’agricoltore vivere e lavorare in ambienti sani e naturali. La realtà è ben più fosca e fare l’agricoltore comporta, anche oggi, un'usura fisica importante che lo espone, in alcuni casi, a gravi malanni.

Una situazione emersa con grande chiarezza nel corso dell’iniziativa promossa, oggi a Roma, dal Patronato Inac di Cia-Agricoltori Italiani, dove è stato evidenziato che il dato delle domande di riconoscimento delle malattie professionali sarebbe ben più alto, ma non lo è perché la maggioranza degli agricoltori ignora il sistema delle tutele previste nel nostro Paese per le patologie connesse al lavoro.

A occuparsi di questa importante partita è l’Inail, che ha accolto l’invito del patronato Inac a fare una giornata di formazione e informazione, partecipando ai lavori con due dirigenti di primissimo piano dell’Istituto: Tommaso De Nicola e Stefano Rossi.

“Dal nostro monitoraggio -ha detto il presidente di Inac-Cia, Alessandro Mastrocinque- abbiamo potuto rilevare il proliferare di patologie tra i lavoratori del comparto, purtroppo anche terribili, come l’asma e i tumori a cute, trachea e pleura. Addirittura si stanno affacciando malattie che non sono neanche contemplate nelle tabelle di riferimento, utilizzate da Inail”.

Il patronato Inac-Cia segnala le malattie professionali più diffuse in agricoltura: 1) Disturbi dei dischi intervertebrali 2) Entesopatie periferiche 3) Mononeuriti dell’arto superiore e mononeuriti multiple 4) Sordità 5) Spondilosi 6) disturbi delle sinovie, dei tendini e delle borse 7) Artrosi 8) Lesioni interne del ginocchio 9) disturbi dell’orecchio 10) Traumatismo dei nervi periferici del cingolo scapolare e dell’arto superiore. Seguono una serie di neoplasie che interessano organi respiratori.

Dai dati Inail, l’agricoltura si colloca al secondo posto in questa triste classifica, preceduta solo dal comparto industriale dove le malattie professionali riconosciute nel 2022 sono state oltre 50mila.

Rafforzare la sicurezza del settore, avere precise garanzie sulle tutele legate al benessere dei lavoratori agricoli, comprendere il perimetro del sistema assicurativo -ha sottolineato il direttore generale di Inac-Cia, Laura Ravagnan- è la strada obbligata da imboccare per favorire anche l’ingresso dei giovani nel comparto. Perché, è bene ricordarlo, il turn over degli addetti nei campi non sale da quel 5-7% annuo necessario da decenni”.

Stupisce -ha aggiunto il direttore nazionale di Cia-Agricoltori Italiani, Maurizio Scaccia- che, nonostante lo scenario inequivocabile rappresentato e supportato dalle cifre, l’agricoltura non venga considerata tra i lavori gravosi e usuranti e per questo sia rimasta tagliata fuori, ad esempio, dai beneficiari dell’Ape Social e della pensione anticipata per i “precari”.

Ma non ci si sono solo le malattie professionali, l’orizzonte che comprende più in generale il tema della sicurezza sul lavoro nel campo agricolo, richiede un grande progetto a sostegno della modernizzazione degli strumenti di lavoro da mettere a disposizione degli agricoltori. Forme di aiuti e finanziamenti, in tal senso, sono stati attivati negli anni dai Governi italiani e dall’Europa, anche la stessa Inail promuove bandi in materia. Il problema è che i sostegni previsti non giungono mai a destinazione di aziende piccole e marginali. Questo avviene più per mere disfunzioni tecniche che per un disegno complottistico.

Da qui, la proposta che avanzano Inac e Cia-Agricoltori Italiani sia alle Istituzioni sia all’Inail: prevedere in futuro dei bandi che si rivolgano a target aziendali diversi e ben profilati. Secondo Inac e Cia, non possono concorrere sulla medesima gara aziende da un ettaro e imprese da 100 ettari. E, a voler essere ancora più pragmatici, non si possono mettere in gara imprese che fatturano milioni di euro con chi ha bilanci inferiori ai 15.000 euro. Anche le esigenze di attrezzature tecnologiche connesse all’attività sono chiaramente diverse. L’una potrebbe aver bisogno di un sostegno per un trattore di ultima generazione e l’altra azienda, magari a conduzione familiare, potrebbe aver bisogno di piccoli attrezzi a tecnologia avanzata. Queste ultime piccole realtà, tra l'altro -conclude Inac Cia- rappresentano oltre il 70% del totale delle imprese agricole italiane.