20 Ottobre 2020

Il Covid non frena l’export di pasta, +30% tra gennaio e luglio 2020

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Ultima analisi Ismea: ortaggi su (+7,8%), male fiori (-10,7%) e vino (-3,2%)

Non c’è stop per la pasta Made in Italy. Nonostante la crisi da Covid-19, le esportazioni sui mercati stranieri hanno registrato una crescita a doppia cifra nei primi sette mesi dell’anno, segnando un +30% rispetto al periodo gennaio-luglio 2019.

Secondo le elaborazioni dell'Ismea sui dati Istat, anche nei mesi più critici dell'emergenza epidemiologica, a causa delle misure restrittive adottate da molti Paesi, l’export di pasta non ha accusato grossi contraccolpi, a fronte di flessioni anche significative registrate dagli altri comparti nei mesi di aprile e, in particolare, di maggio.

Più in dettaglio, oltre all'ottima performance della pasta e dell'intero comparto dei derivati dei cereali (+13% tra gennaio e luglio), l'analisi dell'Ismea evidenzia il buon andamento degli ortaggi freschi e trasformati (+7,8%), in un contesto positivo anche per gli oli (+5%) e le coltivazioni industriali (+13,7%).

Rimangono stabili il comparto delle carni e quello ittico, mentre accusano una netta flessione il comparto florovivaistico (-10,7%) e quello dei vini e mosti (-3,2%). Riguardo a quest'ultima voce, il calo del 3,2% su base annua si traduce in 3,5 miliardi di fatturato in meno rispetto ai primi sette mesi del 2019.

A ogni modo, il dato di agosto conferma nel complesso una progressione del food Made in Italy sui mercati esteri (+3% sui primi 8 mesi del 2019), per un valore di 29,4 miliardi di euro.