Grano: Cia, raccolto 2025 a 4 mln di tonnellate. Caldo abbassa le rese, qualità ottima
Prime stime della Confederazione. Il presidente Fini: “Campagna in chiaroscuro, ma bene l’entrata in vigore di Granaio Italia per più trasparenza e prezzi giusti”
Prime stime sulla campagna di raccolta 2025 del grano duro da parte di Cia-Agricoltori Italiani. I primi dati, con le trebbie ancora in campo soprattutto nelle aree interne e collinari, registrano un po’ di delusione da parte degli operatori. Il raccolto, infatti, dovrebbe attestarsi complessivamente sui 4 milioni di tonnellate, sicuramente migliore dell’annus horribilis 2024 con il record negativo di nemmeno 3,5 milioni di tonnellate totali, ma comunque inferiore alle aspettative, considerato soprattutto l’aumento delle superfici seminate nel Centro-Sud.
Secondo Cia, le piogge durante il periodo di semina, ma soprattutto le alte temperature di metà maggio, non hanno permesso, specialmente nel Meridione, una corretta riempitura della spiga, così da portare le rese sotto le attese. Di contro, in larga parte degli areali di produzione la qualità sembrerebbe ottima per colore, peso specifico e proteine. Resta, invece, l’annoso problema del prezzo, con il grano duro quotato poco più di 30 euro al quintale, ancora al di sotto dei costi di produzione, notevolmente aumentati negli ultimi anni.
In particolare, il recupero di produzione sul 2024 si segnala soprattutto al Sud, dove l’anno scorso c’era stato un vero e proprio crollo delle rese a causa della siccità. In Sicilia il raccolto 2025 dovrebbe aggirarsi intorno a 700-750 mila tonnellate, con un recupero importante sul 2024, quando le produzioni si erano fermate a 300 mila tonnellate. In Puglia, regione leader nella coltivazione di grano duro in Italia, il raccolto dovrebbe attestarsi su 900 mila tonnellate, sicuramente meglio dell’anno scorso (650 mila tonnellate), anche se gli agricoltori si aspettavano rese migliori. Stabili i raccolti in altre importanti aree di produzione come la Basilicata, il Molise, le Marche, l’Emilia-Romagna, la Toscana.
“Cia segue sempre con attenzione il settore, prima coltura del Paese per superfici, con più di 1,2 milioni di ettari coltivati e 200 mila agricoltori coinvolti -ha detto il presidente nazionale Cristiano Fini-. Il raccolto di grano duro, per il 2025, sembrerebbe ancora una volta condizionato dagli eventi climatici. Aspettiamo i dati definitivi, ma le rese sembrano essere purtroppo sotto le aspettative, mentre buone notizie arrivano sul fronte della qualità”.
Quello che “non è più accettabile”, ha continuato Fini, “sono le quotazioni nelle Borse Merci, dove i prezzi restano intorno ai 30 euro al quintale, non coprendo neanche tutti i costi affrontati dai produttori”. In tal senso, “è molto importante che a luglio sia finalmente entrato in vigore Granaio Italia, uno strumento indispensabile per riportare trasparenza sui mercati e tutelare le produzioni cerealicole Made in Italy”. Si tratta di “una vittoria della Confederazione, da sempre in prima fila per chiedere l’avvio del Registro telematico delle giacenze”, ha concluso Fini.