Grano: Cia Puglia, domani da Lollobrigida. Sovranità non sia solo targa sul Ministero
Il messaggio del presidente regionale, Sicolo, in vista dell'incontro di domani al Masaf sulle misure in favore di produttori e consumatori della filiera
Confermato per domani, 20 luglio, l'incontro a Roma, tra una delegazione di Cia-Agricoltori Italiani e il ministro dell’Agricoltura e della Sovranità Alimentare, Francesco Lollobrigida. Al Masaf, sarà al centro del colloquio, la questione della filiera grano-pasta autenticamente italiana. Un dossier che Cia ha posto all’attenzione dell’opinione pubblica e della politica con una campagna in favore dei produttori e dei consumatori italiani a cui, finora, hanno dato la propria adesione 30 comuni pugliesi che rappresentano 500mila cittadini (nelle ultime ore, hanno aderito anche i Comuni di Altamura e Vico del Gargano). Una campagna iniziata lo scorso 14 aprile, con il lancio di una petizione pubblica capace di raccogliere, ad oggi, 51mila firme.
“All’incontro di domani -annuncia Gennaro Sicolo, presidente di Cia Puglia e vicepresidente nazionale- al ministro diremo che è arrivato il momento di dare concretezza a quella ‘Sovranità Alimentare’ che, al momento, appare solo una scritta sulla targhetta del ministero. Sul grano, di fatto, abbiamo perso la nostra sovranità alimentare. I numeri, purtroppo, non mentono”. Sicolo si riferisce all’ultimo rapporto Anacer, nel quale si registra un aumento delle importazioni complessive dei cereali in granella pari a un + 6,3%, dovuto in gran parte all’incremento dell’import di grano duro: +396 mila tonnellate nei primi 4 mesi del 2023.
SPECULAZIONE GLOBALE. “Il grano -aggiunge Sicolo- è l’emblema di ciò che sta accadendo anche per l’ortofrutta, l’olio d’oliva e tutti i maggiori prodotti d’eccellenza dell’agricoltura italiana, con un abnorme ricorso alle importazioni che deprezzano il valore sociale, qualitativo ed economico riconosciuto al lavoro straordinario dei produttori italiani, costretti a correre la maratona del mercato globale con la zavorra di condizioni fiscali, logistiche, burocratiche e di costi di produzione che mortificano tutti i loro sacrifici. Sono costretti a indebitarsi, sopportano un rischio d’impresa cresciuto in modo esponenziale a causa dei cambiamenti climatici, e vengono ripagati come? Con prezzi da fame, mentre gli altri anelli della filiera, basti pensare alla pasta e al pane, incassano profitti crescenti. Noi non siamo contro gli altri componenti della filiera, vogliamo però che la catena del valore abbia una distribuzione più equa, capace di assicurare una giusta remunerazione ai produttori, che sono base e fondamenta di tutte le filiere alimentari italiane di qualità”.
LE QUESTIONI SUL TAVOLO. Sul tavolo del ministro Lollobrigida, Cia porterà proposte utili a stoppare le speculazioni commerciali sulla pelle dei produttori e dei consumatori; a fermare chi spaccia grano estero piazzandolo come italiano; a porre dei limiti all’arrivo indiscriminato sul territorio italiano di grani stranieri. Un fermo “NO” a chi non vuole riconoscere i costi minimi di produzione ai cerealicoltori e alle frodi che rovinano l’immagine di un prodotto simbolo dell’Italia. Servono maggiori controlli sull’etichettatura; bisogna istituire la CUN (Commissione Unica Nazionale) del grano duro per una maggiore trasparenza dei prezzi; è necessario potenziare i contratti di filiera tra agricoltori e industria; SI infine al Registro Telematico dei Cereali con avvio immediato.