Granchio blu: Cia Veneto, subito azioni concrete e immediate
L'appello del presidente Passarini: "Stato e Regione si adoperino per la cattura di questo animale, come accaduto nel Delta dell'Ebro"
Nel 2019, in maniera del tutto inaspettata, l’invasione del granchio blu nelle acque del Parco nazionale del Delta dell’Ebro, in Spagna. “Una situazione molto simile a quella che si sta verificando sulle coste italiane -ha detto Joan Ignasi Gairin Deulofeu, biologo dell’Istituto tecnico scientifico IRTA della Catalogna, in occasione del convegno (a cura di Pescagri Cia Veneto) sull’emergenza causata da questa specie aliena, al Centro visitatori del Parco del Delta del Po, a Porto Viro-. Il primo passo è stato l’istituzione del Comitato di gestione del granchio blu nelle terre dell’Ebro, in collaborazione con il Dipartimento per il clima e l’agenda rurale. Il granchio blu, -ha continuato il tecnico-, è stato inserito nell’elenco delle specie esotiche: il comparto della pesca professionale spagnola ha così avuto l’autorizzazione, da parte delle autorità competenti, di controllarne l’espansione attraverso una pianificazione delle catture avvenuta, e sta avvenendo tuttora, in maniera precisa e puntuale. Fra le altre strategie, sono state posizionate delle reti attorno agli allevamenti dei molluschi”.
Nello specifico, si è passati dalle 500 tonnellate di granchio blu pescato all’anno tra il 2019 e il 2020, alle odierne 300 tonnellate annue (di fatto, si riscontra una diminuzione della specie). In seconda battuta “è stata perseguita la strada dello sbocco commerciale del prodotto”. Lo Stato spagnolo, peraltro, non ha finanziato direttamente alcun progetto. “Sono stati i pescatori e gli allevatori stessi a convertire, in parte, sia la produzione che la vendita”.
“Siamo giunti ad una nuova normalità: i granchi blu non sono scomparsi; tuttavia, si è creato un equilibrio tra nascite e catture”. In altri termini, ha sottolineato Deulofeu, “non aspettatevi che tale specie scompaia all’improvviso. Al fine di risolvere l’emergenza gli enti italiani sono chiamati, appunto, a predisporre uno specifico piano di contenimento”. In sede di convegno Pescagri-Cia Veneto ha ribadito con forza che è impossibile qualsivoglia convivenza tra il “callinectes sapidus” e la molluschicoltura.
“Già adesso, come ha riferito il Consorzio cooperative pescatori del Polesine, 1.500 famiglie del territorio sono a reddito zero. E sarà così per tutto il 2024, dato che è stato devastato l’intero seme presente nelle lagune. Il granchio blu è anzitutto una calamità -ha spiegato il presidente di Cia Veneto, Gianmichele Passarini-. Lo Stato e la Regione sono tenuti a sostenere concretamente una costante cattura di questo animale, come appunto accaduto nel Delta dell’Ebro. Da prevedere, inoltre, appositi sostegni economici a favore degli operatori che hanno perso ogni entrata a motivo di questa criticità”.
“Stando a quanto ampiamente riportato dal Consorzio delle cooperative, la promozione della commercializzazione e del consumo del granchio blu è soltanto un palliativo -ha concluso il presidente-. Ci uniamo alle istanze dei pescatori del Delta del Po: sono necessari aiuti concreti ed immediati, altrimenti sarà la fine della più grande realtà molluschicola d’Italia”. Ad ascoltare le richieste dei pescatori anche il senatore e presidente della Commissione Agricoltura, Luca De Carlo, e il direttore di Veneto Agricoltura, Nicola Dell’Acqua.