G20: Cia Basilicata, bene impegno su sicurezza alimentare e diritto al cibo
Dichiarazione grandi della Terra contiene principi nostra “Carta di Matera”
La “Dichiarazione di Matera” approvata dal G20 contiene molti dei principi contenuti nella “Carta di Matera” che Cia Basilicata lanciò nel 2011 e che ha raccolto migliaia di adesioni nel nostro Paese (oltre 5.000 Comuni e gran parte delle Province e tutte le Regioni) a livello istituzionale e da parte di molte altre associazioni di rappresentanza economica e imprenditoriale.
In particolare, il comune impegno dei Grandi della Terra sulla sicurezza alimentare, la nutrizione e il diritto al cibo che prevede un reale governo dei sistemi connesso alle produzioni alimentari, è parte integrante della strategia perseguita dagli agricoltori di Cia, che continua a sostenere, oggi più che in passato, consapevoli dell’emergenza cibo perché sia sicuro e accessibile a tutti, perché, quindi, l’agricoltura sia garante di sostenibilità e rispettosa del capitale umano.
Cia Basilicata ricorda, inoltre, l’impegno dell’organizzazione nel sensibilizzare le persone su questi temi, dimostrando come sia importante prevenire le malattie attraverso una dieta sicura, sana ed equilibrata, incentivando la discussione sull’importanza di approcci collaborativi per sistemi tracciati e di qualità, in tutti i settori. E ancora promuovere soluzioni che garantiscano la salubrità degli alimenti per gli abitanti dell’intero pianeta.
Per tornare alla “Carta di Matera”, ancora fortemente attuale a distanza di 10 anni, Cia Basilicata sottolinea come in essa sia centrale il nodo della valorizzazione del rapporto tra cibo e territorio. C’è il riferimento alla distintività della produzione agroalimentare italiana che ha pochi eguali nel mondo e l’accento sulla Dieta Mediterranea, patrimonio dell’Unesco. Sono note le qualità, le tipicità e i valori con i quali i prodotti agroalimentari italiani si presentano ai consumatori, al punto che il mercato dei prodotti simili e delle contraffazioni del made in Italy agroalimentare vale ormai oltre 60 miliardi di euro l’anno.
Secondo Cia Basilicata occorre, dunque, salvaguardare e conservare questa tradizione, organizzarla con adeguate forme di tutela e farne strumento di sviluppo economico per imprese e comunità locali. In particolare, è importante il legame fra territorio, consuetudini alimentari e tradizioni enogastronomiche: tutto ciò offre identità e sviluppo alle comunità locali. Sono necessarie iniziative di promozione della vendita diretta dei prodotti dell’azienda agricola, delle “strade enogastronomiche” collegate ai prodotti tipici e ai vini di qualità, del turismo attraverso le tipicità agroalimentari, i musei del cibo e la tradizione contadina. Puntando su una ristorazione dedicata alle ricette e prodotti locali, anche nelle mense pubbliche, su un’ospitalità turistica alberghiera che valorizzi le tradizioni alimentari locali.
In Basilicata, sottolinea ancora la Cia regionale, possiamo creare un reale circuito virtuoso partendo dalla realizzazione del marchio "Qualità Lucana" quale brand di riconoscimento e valorizzazione del nostro sistema agroalimentare, agriturismo e agroambiente. Insieme al sistema delle amministrazioni locali possiamo dar vita alla Basilicata “giardino del mezzogiorno e il vivaio del mediterraneo”, riversando diretti vantaggi alla nostra economia e ai nostri territori con protagoniste le imprese agricole.