22 Maggio 2006
Fragole ai pesticidi: una falsità. I prodotti "made in Italy" sono sicuri. Invito ai consumatori: occhio all'etichetta!
Crolla il mercato delle fragole "made in Italy", mentre quelle di provenienza estera (Spagna, Grecia, Turchia e Paesi del Nord Africa) continuano ad invadere le nostre tavole. A denunciarlo è la Cia-Confederazione italiana agricoltori la quale evidenzia che, a seguito di notizie diffuse da stampa e Tv, che segnalavano presenza di pesticidi sul prodotto, si è verificato un calo record dei prezzi pagati ai nostri agricoltori, meno di un euro al chilo.
Il caso più emblematico -rileva la Cia- si riscontra nel Metaponto, dove, proprio a causa del diffondersi di notizie allarmistiche e false, si è addirittura verificato il mancato ritiro del prodotto in molte aziende dell'area jonico-lucana. Il danno per i produttori è enorme e si trovano a fronteggiare una situazione di assoluta emergenza.
Ma il quadro -avverte la Cia- è preoccupante anche nel resto del Paese. Quest'anno, infatti, la minor produzione nazionale ha provocato un'ulteriore forte spinta all'importazione di fragole straniere, soprattutto spagnole, che vengono vendute a prezzi molto più bassi rispetto al prodotto nazionale. Una costante, questa, che si è caratterizzata negli ultimi anni, quando le nostre fragole, la cui produzione è in progressiva diminuzione, hanno mostrato una scarsa competitività dovuta proprio ai maggiori costi produttivi e ai controlli sanitari.
Le fragole italiane -sottolinea la Cia- sono, comunque, sicure sia in qualità che salubrità. Esse vengono sottoposte a continui e quotidiani controlli operati nelle aziende da strutture sanitarie competenti. Cosa che non si può certo dire di quelle d'importazione, specie dai Paesi del Nord Africa, dove si fa ancora uso di pesticidi e di prodotti chimici che da noi sono banditi da tempo.
Inoltre, la Cia nel respingere tutte quelle notizie di "terrorismo alimentare" che creano solo disorientamento, sollecita un'informazione chiara e trasparente per evitare che a rimetterci, insieme ai consumatori, siano i produttori italiani che in questi ultimi anni hanno già subito conseguenze pesanti con il crollo dei prezzi e i forti aumenti produttivi e previdenziali. Il tutto si è tradotto in un "taglio" netto dei redditi.