23 Ottobre 2020 | None

Fauna selvatica: Mipaaf, Regioni agiscano con piani di abbattimento selettivi

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Le dichiarazioni del sottosegretario L’Abbate in un’interrogazione sul tema al Senato

È sempre più alta la frequenza di incidenti provocati dagli animali selvatici sulle strade italiane, stimati in circa 10.000 l'anno. Una problematica che necessita ormai di un intervento immediato da parte delle Istituzioni, finalizzato a contenere il proliferare dei cinghiali, passati da una popolazione di 900.000 capi in Italia nel 2010 a quasi 2 milioni di oggi.

La questione è stata sollevata nuovamente in Senato, con un’interrogazione parlamentare a cui ha risposto il sottosegretario alle Politiche agricole Giuseppe L'Abbate.

La legge 157/1992 “affida alle Regioni la gestione faunistica, individuando alcuni strumenti per il contenimento della popolazione di cinghiali -ha detto L'Abbate-. Tra questi, il prelievo venatorio, il divieto di rilascio di cinghiali, il divieto di foraggiamento, il controllo faunistico. Alcune Regioni hanno già regolamentato il prelievo di selezione degli ungulati appartenenti alle specie cacciabili anche al di fuori dei periodi e degli orari previsti dalla legge 157/1992 attraverso la predisposizione, secondo quanto previsto dalla legge 248/2005 e sentito il parere dell'Ispra, di adeguati piani di abbattimento selettivi, distinti per sesso e classi di età. Tenendo conto dell'esigua consistenza del personale delle Amministrazioni regionali e provinciali, è previsto anche il coinvolgimento di altre figure specializzate che vengono autorizzate a effettuare attività di controllo numerico delle specie faunistiche, attraverso coadiutori formati mediante appositi corsi validati sempre dall'Ispra”. Pertanto, ha ribadito il sottosegretario, “invito le Regioni dove la popolazione di ungulati risulti eccessiva e che non abbiano ancora provveduto, ad adoperarsi con adeguati piani di gestione”.

Alla Camera, inoltre, è in discussione la proposta di legge sulle “Disposizioni di sostegno e semplificazione per il comparto agricolo” che introduce misure volte ad agevolare ulteriori interventi di contenimento, tra cui l'ampliamento dell'arco temporale nel quale è autorizzata la selezione. “Al fine di proteggere il patrimonio suinicolo nazionale da rischio di trasmissione del virus della peste suina -ha concluso L’Abbate- è in via di definizione, per l'approvazione urgente da parte di un prossimo Consiglio dei ministri, la norma che istituisce i piani di controllo e monitoraggio dell’evoluzione della malattia”.