Energia: Cia Padova, in arrivo 3 mln all'anno per fotovoltaico su tetti agricoli
Arrivano i pannelli fotovoltaici sui tetti delle aziende agricole padovane, finanziati dalla misura “Parco Agrisolare” nell’ambito del PNRR, per soddisfare il fabbisogno energetico della singola impresa (ovvero, impianti destinati all’autoconsumo). Nessuno spreco di suolo, dunque.
Il Ministero delle Politiche agricole ha messo a disposizione, a livello nazionale, 400 milioni di euro per l’anno in corso. In provincia dovrebbero giungere almeno 3 milioni di euro, altrettanti ne sono stati accantonati per il 2023 e il 2024 (circa 11mila le imprese potenzialmente interessate).
“È passata la nostra linea – commenta il presidente di Cia Padova, Luca Trivellato –. Prima che sul suolo agricolo, questi impianti vanno collocati sui tetti degli edifici agricoli. Siamo chiamati a difendere i nostri terreni e, più in generale, l’agricoltura, in una congiuntura che è già di per sé molto complicata”. Sarebbero decine gli ettari già prenotati da aziende private, soprattutto nell’area della Bassa Padovana, sui quali a breve dovrebbero sorgere dei parchi fotovoltaici.
“Conveniamo sull’opportunità del passaggio alle fonti rinnovabili, a maggior ragione adesso che i prezzi del gas sono schizzati ben oltre i 300 euro al megawattora – analizza il presidente Trivellato – A tal proposito, il prossimo periodo invernale rischia di trasformarsi in un’emergenza continua, con bollette da capogiro. Portiamo avanti con forza la proposta di dar spazio in via prioritaria agli impianti sui tetti, in modo da non compromettere in alcun modo l’attività agricola. Questo vale per la Bassa e, naturalmente, per tutto il padovano”.
Non solo. A seguito dell’approvazione in Consiglio regionale del Pdl 97 sul fotovoltaico a terra, un mese e mezzo fa, Cia Padova chiede il coinvolgimento delle organizzazioni agricole nella definizione delle “aree di interesse”, previste dalla normativa stessa. “Giusto che in primo luogo si esprimano i Comuni – sottolinea Trivellato – Nessuno conosce il territorio come le amministrazioni locali”. “Riteniamo però – conclude – che sia altrettanto doveroso rendere partecipi le associazioni agricole nel processo decisionale. Il principio cardine che regola la nostra azione rimane uno solo: no al consumo di suolo agricolo”.