Elezioni: Cia Veneto incontra Giovanni Manildo. Agricoltura motore della regione
“Il Veneto è un territorio a forte trazione agricola, con 67.000 imprese attive in Regione, un fatturato annuo di quasi 8 miliardi e 36 fra Dop e Igp riconosciute a livello internazionale. Al prossimo Consiglio regionale, qualsiasi sia lo schieramento che lo comporrà, chiediamo un sostegno concreto finalizzato a uno sviluppo sostenibile del comparto”. Così il presidente di Cia Veneto, Gianmichele Passarini, al meeting di stamane al Crowne Plaza con il candidato alla presidenza Giovanni Manildo.
Durante l’incontro, lo stesso Passarini gli ha consegnato “brevi manu” un documento programmatico. Tre i pilastri: difesa del reddito degli agricoltori, valorizzazione delle produzioni locali, protezione dell’ambiente.
“Serve una programmazione lungimirante per affrontare le sfide del futuro”, ha osservato il presidente di Cia Veneto. In primo luogo, il tema dell’acqua. Necessario un piano regionale che preveda investimenti in grandi e piccoli invasi, laminazione e fitodepurazione, la determinazione di un bilancio idrico regionale e il rafforzamento dei Consorzi di bonifica come soggetti di gestione integrata.
Occorre, inoltre, che il nuovo Consiglio solleciti il Parlamento ad approvare una legge nazionale contro il consumo del suolo, promuovendo il riutilizzo di aree già cementificate. Per quanto riguarda la transizione energetica, gli impianti fotovoltaici devono venire installati su tetti, capannoni, annessi rustici, piazzali o aree marginali non coltivabili; va inoltre effettuata una mappatura puntuale delle aree idonee, evitando l’occupazione di terreni agricoli di pregio e siti di valore storico, artistico o paesaggistico.
Capitolo ricambio generazionale: Cia Veneto chiede che le risorse destinate al primo insediamento siano ulteriormente aumentate, così da dare la possibilità ai giovani di avviare un’impresa agricola. Oltre ad un reale sostegno all’imprenditoria femminile, pure attraverso l’adozione di una normativa regionale dedicata a sostenere l’accesso e la crescita delle donne nel settore agricolo. E l’istituzione di un ufficio permanente presso l’assessorato dell’agricoltura, dedicato alla promozione delle politiche per le donne in agricoltura.
Prioritaria la questione della fauna selvatica; bisogna superare la logica della sola tutela e passare a una gestione attiva, adottando una normativa regionale unica, armonizzata con le migliori pratiche nazionali. Va poi attivato un piano straordinario per il contenimento della cimice asiatica e degli altri parassiti. Necessario istituire un’organizzazione regionale finalizzata alla valorizzazione delle decine di Dop, Doc e Igp venete, mentre le aree interne e montane abbisognano dei servizi essenziali, anche per non perdere competitività.
Strategici un programma di manutenzione delle strade rurali e forestali e il potenziamento della rete digitale e telefonica così che sia possibile utilizzare strumenti obbligatori come i POS e gestire pratiche amministrative online. Si sottolinea la necessità di una razionalizzazione del sistema burocratico (quasi un terzo delle giornate lavorative sono dedicate al disbrigo delle pratiche amministrative); opportuna l’attivazione di un tavolo tecnico regionale per la semplificazione amministrativa in agricoltura, con la partecipazione delle organizzazioni di categoria. È infine dirimente la predisposizione di un fondo regionale straordinario per il sostegno alle imprese di pesca e acquacoltura colpite da calamità naturali e biologiche (ad esempio il granchio blu).
“L’agricoltura veneta è un motore di sviluppo – ha continuato Passarini – Le nostre istanze vengano prese in carico dalla prossima amministrazione regionale, qualunque sia lo schieramento, affinché il comparto continui a crescere a favore delle comunità”. Sullo sfondo rimangono molteplici incognite. Su tutte, la prospettiva di un taglio lineare dei trasferimenti derivanti dalla Pac post 2027 del 20%. “Prevedere ancora meno fondi a favore del primario, che oltre alla produzione di cibo è in prima linea in termini di salvaguardia del territorio e dei paesaggi, significa sferrare il colpo del definitivo ko”, conclude il presidente di Cia Veneto.