22 Settembre 2008
"Doppio prezzo", filiere corte ed efficienti, trasparenza e informazione per contrastare rincari e speculazioni e rilanciare i consumi alimentari
Il presidente della Cia Giuseppe Politi, concludendo la quarta Festa nazionale dell'Agricoltura a Genova, illustra le proposte per frenare la corsa dei prezzi. Ridurre la "forbice", sempre più elevata, tra campo e tavola. Serve un intervento legislativo. Nuove regole per garantire un migliore sistema agroalimentare. Troppo pesanti i costi e gli oneri per le imprenditori agricoli che vedono diminuire costantemente i loro redditi.
"E' necessario promuovere la trasparenza nelle dinamiche di formazione dei prezzi dei prodotti alimentari attraverso azioni e strumenti per favorire la corretta informazione ai consumatori, con l'indicazione in etichetta del "doppio prezzo", all'origine ed al dettaglio, per i prodotti particolarmente sensibili. L'introduzione di questo meccanismo da una parte renderebbe più consapevole il consumatore sull'acquisto, dall'altra, fungerebbe da deterrente per eventuali manovre speculative, favorendo anche la ripresa dei consumi. Per questo motivo è opportuno un adeguato intervento legislativo per sperimentare tale sistema di "lettura" del prezzo direttamente nei luoghi di acquisto dei prodotti al dettaglio. Non solo. Vanno resi più stretti i rapporti in filiere più corte, anche attraverso accordi fra i soggetti interessati". E' quanto ha affermato il presidente della Cia-Confederazione italiana agricoltori Giuseppe Politi a conclusione della quarta Festa nazionale dell'Agricoltura a Genova, con la parteciapzione del presidente della Regione Liguria Claudio Burlando.
"I prezzi dei beni alimentari in continua ascesa, l'aumento della forbice tra il prezzo alla produzione ed il prezzo al consumo finale, il passaggio da una fase di eccedenze produttive ad una fase di crollo delle scorte strategiche, rappresentano -ha rilevato Politi- il chiaro segnale dell'inadeguatezza della gestione dei mercati agricoli e pongono, quindi, la necessità di nuove regole per garantire efficienza alle relazioni del sistema agroalimentare".
"I mercati agricoli del nostro Paese -ha aggiunto il presidente della Cia- sono oggi altamente inefficienti, ad alta frammentazione nella fase produttiva, ad alta concentrazione nella fase distributiva. E i costi di questa inefficienza del sistema vengono sostenuti sia dalla base produttiva agricola in termini di minori ricavi a fronte di incrementi crescenti del costo dei fattori produttivi, che dai consumatori che si trovano a fare i conti con pesanti rincari anche su prodotti di prima necessità come il pane, la pasta e il latte".
"E così l'Italia, tra i paesi sviluppati, risulta quello caratterizzato sia dalla più elevata forbice tra prezzi all'origine ed al consumo, sia dalla grande volatilità dei prezzi all'origine. La stessa recente indagine della Banca d'Italia -ha rimarcato Politi- evidenzia che, nel corso degli ultimi tre anni, con riferimento ad un paniere di prodotti orticoli costruito in modo omogeneo, la differenza tra il prezzo alla produzione e quello all'ingrosso risulta superiore al 100 per cento, contro un valore mediamente del 60 per cento in Spagna e in Francia. Nel complesso, dal produttore al consumatore, il ricarico totale del comparto è mediamente del 200 per cento".
"L'aumento repentino dei prezzi al consumo, che nei paesi avanzati si è tradotto in pressione inflazionistica ed in diversi paesi in via di sviluppo in emergenza alimentare, chiama in causa non solo la necessità di investimenti, ricerca e politiche per l'aumento delle produzioni, ma anche -ha avvertito il presidente della Cia- una maggiore attenzione ai luoghi nei quali il prodotto agricolo, una volta immesso nel circuito della commercializzazione, viene scambiato ed alle modalità con cui viene attribuito ad esso il valore".
"Davanti ad un tale scenario -ha concluso Politi- occorre, dunque, adottare da subito il 'doppio prezzo' e recuperare l' efficienza della filiera attraverso il miglioramento delle relazioni tra le sue diverse componenti. D'altra parte, la riduzione dei protezionismi e la liberalizzazione dei mercati, l'accresciuta concorrenza e le ricorrenti tensioni sui mercati rendono manifesta la necessità di una maggiore capacità di collegamento tra agricoltura, industria, commercio e servizi. Un passo verso questa direzione la Cia lo ha già compito con l'accordo sottoscritto con la Confesercenti. E su tale strada occorre proseguire".